PRIMOPIANO
Mosca mette in crisi l’Ue sul gas, Orban paga in rubli
Bruxelles – L’esecutivo Ue ha sollecitato le società europee a non prestarsi a quanto chiesto dal decreto di Putin di fine marzo sui pagamenti del gas, aprendo in particolare un secondo conto bancario in rubli dove far transitare il pagamento originario versato in euro (o dollari). Il timore è che la lettura degli uffici di Bruxelles su cosa violi o meno le sanzioni si trasformi in un embargo di fatto, senza che ci sia già una volontà politica unitaria in tal senso nell’Ue. Mentre la Commissione ha ribadito che, in linea con i contratti esistenti, i pagamenti dovranno continuare ad avvenire nella valuta prevista nei contratti originari, nel 97% dei casi euro o dollari. “L’obbligo della società termina nel momento in cui ha fatto il pagamento in euro o in dollari”, ha spiegato il portavoce Eric Mamer, aggiungendo: “Se il pagamento avviene in rubli, non stiamo parlando del contratto stipulato e ma di un aggiramento delle sanzioni”. L’intralcio principale del secondo conto corrente in rubli presso Gazprombank, oltre a quello in euro, è che così le società “pagheranno in una valuta e il loro pagamento verrà convertito in rubli da qualcun altro a un tasso di cambio e con dei tempi su cui non abbiamo controllo”, ha chiarito Mamer. L’importo, hanno spiegato fonti Ue, sarebbe “completamente nelle mani delle autorità russe e della Banca centrale russa”, e potrebbe anche configurare un prestito. Tra i singoli Paesi mondiali, invece, i maggiori importatori sono Germania, Italia e Cina. “Restiamo in preallerta” sul gas, “ma non c’è nessun motivo di andare oltre”, ha affermato intanto il ministro della Transizione Ecologica . Che sarà impegnato in un , convocato dopo lo stop del gas a Varsavia e Sofia e la confusione sui pagamenti o meno in rubli, mentre resta atteso a giorni il sesto pacchetto di sanzioni., ha intanto avvertito , la Rete europea dei gestori dei sistemi di trasporto del gas. Sulle forniture si è pronunciato anche il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, secondo il quale “il presidente Draghi è stato chiaro, ha dato una linea del Paese: noi siamo con l’Europa, siamo con le sanzioni, quindi non pagheremo in rubli”.