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L’effetto guerra ferma il Pil dell’Eurozona, Bruxelles taglia le stime

Di Redazione |

BRUXELLES –  Le stime di primavera della Commissione Ue, le prime dall’inizio della guerra ucraina, disegnano un’Europa che in pochi mesi ha perso una parte consistente dello slancio post-Covid.  Non è recessione ma c’è motivo per essere pessimisti. E, è il monito dell’Ue, ai Paesi con alto debito come l’Italia servirà agire con la massima prudenza. Evitando, ad esempio, scostamenti di bilancio.Quando a febbraio la Commissione elaborò le stime invernali la tensione con Mosca era alle stelle ma il conflitto non era all’orizzonte. A due mesi e mezzo dall’inizio della guerra i “venti contrari alla crescita” sono aumentati nettamente e non si fanno sentire solo sui prezzi di energia e materie prime ma anche sul commercio globale. Non solo. Il conflitto ha innescato un ri-prezzamento delle attività finanziarie. La revisione al ribasso non risparmia nessuno. Ma, nella classifica aggiornata dei tassi di crescita previsti quest’anno,   Lo stop al gas russo costerebbe all’Ue due punti  E per Paesi legati a doppio filo con Mosca, come l’Italia, avrebbe “gravi conseguenze”, avverte la Commissione.Per ora, tuttavia, il quadro è fosco, incerto ma non drammatico, con previsto per l’anno corrente. La boa a cui aggrapparsi, oltre al rimbalzo economico post-Covid, resta il . A cominciare dal suo maggior beneficiario, l’Italia. Il rispetto del Pnrr “è la migliore risposta in questi tempi difficili e il governo fa bene a insistere” su questo, ha sottolineato Gentiloni. Confermando che, se Roma chiedesse alcune modifiche al suo piano, sulla base dell’aumento dei costi delle materie prime e del nuovo quadro energetico, Bruxelles non direbbe di no. “Siamo apertissimi alla discussione su aggiustamenti mirati ma sarebbe sbagliato ricominciare tutto daccapo”, ha spiegato il commissario europeo. Per l’Italia “lo spazio fiscale c’è” a patto che “sia collegato alla capacità che il governo ha dimostrato in questi mesi di legare misure di supporto mirate e temporanee a delle fonti di entrate”. Ma “se queste misure venissero prese con scostamenti di bilancio, la prudenza sarebbe meno considerata”, ha rimarcato Gentiloni sposando quindi la linea del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco. Anche perché nonostante la guerra, deficit e debito italiano caleranno: il primo registrerà un 5,5% nel 2022 e un 4,3% nel ’23, il secondo il 147,9% quest’anno e il 146,8% l’anno prossimo. Ma le cifre assolute, avvertono le stime dell’Ue, “restano alte”.

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