BRUXELLES – Per diversificare i portafogli delle banche dell’Eurozona, che oggi acquistano quasi solo titoli di Stato dei propri Paesi, la Commissione Ue ha messo a punto le regole che daranno vita ad una nuova classe di titoli garantiti da bond statali, ovvero i Sovereign bond backed securities o Sbbs. La proposta che la Commissione presenterà giovedì prossimo nasce da quell’idea di bond sovrani dell’area euro contenuta già nella riforma della governance che Bruxelles pubblicò a maggio dell’anno scorso. Ma in nessun modo si tratta di Eurobond, ha ribadito nei giorni scorsi il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, perché gli Sbbs, oltre ad essere un prodotto esclusivamente privato, non mettono in comune alcuna forma di rischio né tantomeno di perdite.
La Commissione è partita dalla constatazione che “il mercato è oggi chiuso entro i confini nazionali”, e quindi questo intervento è “un ulteriore passo verso un mercato più integrato”, spiega una fonte comunitaria. A creare gli Sbbs sarà una nuova entità, privata, che acquisterà bond dei Paesi della zona euro e li assemblerà, per poi venderli ai grandi investitori come ‘safe assets’ in due diverse tranche. Una senior, più sicura, pari al 70% del valore nominale dell’emissione. Mentre il restante 30% finirà in una o più tranche subordinate, più rischiose, ovvero quelle che subiranno eventuali perdite prima della senior. Le cartolarizzazioni di titoli saranno composte in base al peso degli Stati nel capitale della Bce, ovvero in base a quanto versano. La quota più grande sarà quindi, ad esempio, quella del bund tedesco. Per Bruxelles si tratta di asset ultrasicuri, e quindi chiederà alle autorità di sorveglianza bancarie di trattarli nello stesso modo dei titoli di Stato, che vengono considerati privi di rischio. Un trattamento ‘preferenziale’ rispetto agli asset-backed securities che invece richiedono requisiti patrimoniali aggiuntivi per compensare il rischio. Ma abbassare i requisiti di capitale delle banche che detengono gli Sbbs è anche un modo per renderli più attrattivi. Del resto, per la Commissione Ue non c’è motivo di assegnare un rischio agli Sbbs, visto che non sono altro che assembramenti di bond dei Paesi dell’Eurozona, i quali sono già risk-free. Inoltre, non cambierà il trattamento regolatorio delle esposizioni al debito sovrano. L’obiettivo di Bruxelles, ribadito con gli Sbbs, è mettere fine al circolo vizioso banche-debito sovrano: un nuovo prodotto che mette insieme i bond di diversi Paesi potrebbe favorire la riduzione dei titoli di Stato di singoli Paesi detenuti dalle banche, e quindi eliminare il problema dei rischi bancari creati dai bond sovrani.