BRUXELLES – Anche se extracomunitario e dello stesso sesso, il coniuge di un cittadino di un Paese Ue ha gli stessi diritti e quindi un Paese membro non può imporre limiti od ostacolare la libertà di soggiorno e di movimento sancita dalle norme europee.
Lo ha stabilito la Corte Ue con una sentenza pubblicata oggi nella quale precisa che i Paesi membri sono liberi di autorizzare o meno i matrimoni omosessuali, ma nonostante questo i diritti dei coniugi sono gli stessi e devono essere rispettati.
La causa su cui si è pronunciata la Corte riguardava il ricorso presentato da un cittadino rumeno contro le autorità nazionali perchè queste avevano negato al suo coniuge, un cittadino americano sposato a Bruxelles nel 2010, il diritto di soggiornare in Romania.