BRUXELLES – “I nuovi governanti dell’Italia potrebbero far vacillare l’euro” in quanto “se il Paese dovesse schiantarsi fuori dalla moneta unica e fallire, i danni sarebbero enormi”. E’ quanto scrive il Financial Times in un’opinione del capo economista Martin Wolf. “L’Italia non è la Grecia, ma non tutte le differenze sono incoraggianti”, in quanto la sua economia è “10 volte più grande”, il suo debito pubblico è “7 volte più grande, il maggiore dell’eurozona e il quarto al mondo”, e questo fa dell’Italia un Paese “troppo grande per fallire e troppo grande da salvare”. Quindi “la domanda è se il nuovo governo farà scattare una tale crisi e, se sì, cosa succederebbe dopo”. Per ora “i mercati sono solo leggermente nervosi”, ma “potrebbe diventare molto peggio”, avverte Wolf.
In Italia, tra l’altro il “sentimento di coesione” con l’Ue è crollato drasticamente tra il 2007 e il 2017 al 23esimo posto su 28, in quanto, anche in seguito alla questione migranti, “molti italiani si sentono separati dall’Ue”. Inoltre “disprezzano anche il loro establishement” politico, e questa è la ragione per cui “un governo intellettualmente incoerente di populisti di destra e di sinistra ha raggiunto il potere”. E “questo caos è colpa sia dell’Italia che dell’Ue”. Ora, però, “potrebbe essere troppo tardi”. Le politiche che Lega e M5S vogliono realizzare sono in “conflitto con l’Ue e l’eurozona”. E in uno scontro, “l’instabilità finanziaria metterebbe gli italiani in ginocchio”: “se l’Italia dovesse uscire e fare default, i danni potrebbero essere enormi”, producendo “una crisi mostruosa” che colpirebbe anche altri Paesi.
Il tentativo degli italiani di uscire dal “giogo” di Bruxelles per cui hanno votato, “sembra sicuro che fallirà, ma questo non risolverà la crisi”. Per questo, conclude Wolf, “finché l’Italia non ritroverà la prosperità, la sua politica e il suo posto in Europa resteranno fragili. Può succedere qualsiasi cosa”.