Economisti franco-tedeschi, rivedere Maastricht

Di Redazione / 18 Gennaio 2018

BERLINO – Rivedere Maastricht con una nuova regolamentazione della spesa, creare le basi per un’ordinata ristrutturazione del debito dei Paesi sovraesposti, un nuovo fondo per aiutare quelli in difficoltà, e nuovi prodotti di investimento come alternativa ai bond. Sono queste alcune delle riforme presentate oggi a Berlino, nell’ambito di un rapporto prodotto dalla collaborazione di economisti francesi e tedeschi. “L’Unione monetaria ha come prima consistenti debolezze e la sua architettura istituzionale e finanziaria è instabile”, si legge nel dossier, che è stato analizzato davanti alla stampa dal presidente dell’Ifo Clemens Fuest e dal presidente del Diw, Marcel Fratzscher. Le riforme, “piuttosto ambiziose”, prevedono anche un cambiamento dei trattati, è stato spiegato.

 

Il testo è frutto del lavoro di 14 economisti, francesi e tedeschi, che hanno collaborato per mettere a punto un pacchetto di riforme per l’eurozona: un lavoro svolto “in sorprendente armonia”, è stato sottolineato dai due economisti a Berlino. Sei sono gli ambiti citati dal dossier. Innanzitutto, “il completamento dell’unione bancaria”, con la previsione di un deposito comune di garanzia. Viene proposta anche l’introduzione della cosiddetta “sovereign concentration charge”: nel caso in cui la quantità di bond di un paese sia dominante nel bilancio dell’istituto, si spiega, alla banca verrà richiesto di aumentare il proprio capitale. “In modo da interrompere il rapporto di reciproca dipendenza fra stati e banche”.

 

Al secondo punto si propone “una nuova regola di spesa”, al posto del criterio di Maastricht, che limita il deficit al 3% (“non consente abbastanza flessibilità in tempi di crisi”, la ragione). A sorvegliare il rispetto della regola ci sarebbero dei “consigli nazionali di bilancio”, sottoposti al controllo di un ente europeo indipendente. Se la regola non venisse rispettata, gli Stati dovrebbero pagare i debiti in eccesso attraverso l’emissione di accountability bonds.

 

Gli economisti suggeriscono inoltre di prevedere le basi per “una ristrutturazione ordinata dei debiti”, per paesi che “non possano ripristinare la loro solvibilità attraverso crediti di sostegno condizionati”. Quindi, si cita l’istituzione di un fondo di investimenti, per sostenere paesi che fossero colpiti “da grandi crisi economiche”. Anche l’innalzamento della disoccupazione oltre un certo livello troverebbe sostegno nel fondo, alimentato dai singoli Stati. Il documento cita poi nuovi prodotti di investimento dell’euro “come alternativi ai Bonds”, gli “EsBies”, “che però non sono eurobond”, si specifica, “e non prevedrebbero alcuna mutualizzazione del debito”.

 

Infine, è il sesto punto, a livello istituzionale, gli economisti prevedono una modifica delle funzioni dell’Eurogruppo, con un raccordo fra la sua presidenza e la Commissione Ue, e la creazione di un nuovo ente che dovrebbe assorbirne la “facoltà di controllo”.

 

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