STRASBURGO – “Le proposte vanno nella direzione giusta come auspicato dal Greco – organo anti corruzione del Consiglio d’Europa – nei suoi rapporti sull’Italia”. Lo scrive in un tweet Gianluca Esposito, segretario esecutivo del Greco stesso, in relazione al ddl anti corruzione presentato ieri dal governo italiano. Esposito precisa all’ANSA, però, che per “una valutazione definitiva è necessario il testo finale”.
Riferendosi ai rapporti pubblicati da Greco sulla criminalizzazione dei reati di corruzione in Italia (l’ultimo a giugno), Gianluca Esposito spiega che “il pacchetto va nella direzione giusta perché riempie alcune lacune del sistema repressivo” individuate dall’organo del Consiglio d’Europa, tra cui quelle relative alla giurisdizione per fatti commessi all’estero, e l’ammissibilità dell’azione penale per corruzione tra privati senza querela. Inoltre Greco vedrebbe positivamente anche l’inasprimento delle sanzioni che viene proposto con il ddl, avendo già nel suo ultimo rapporto pubblicato a giugno affermato di “accogliere favorevolmente il potenziamento del regime sanzionatorio” introdotto nella legislatura precedente.
Infine, si osserva a Strasburgo, l’uso di misure speciali d’indagine è previsto dall’articolo 23 della Convenzione penale contro la corruzione del Consiglio d’Europa, che stabilisce che gli stati adotteranno le necessarie misure legislative o di altra natura, comprese quelle che consentono l’utilizzazione di speciali tecniche investigative conformemente alla legislazione nazionale, per agevolare l’assunzione di prove concernenti i reati penali definiti nella Convenzione e che permettano di individuare, ricercare, bloccare e confiscare gli strumenti e i proventi della corruzione oppure beni per un valore corrispondente a tali proventi.