LONDRA – La Brexit? “Un errore, non un disastro”. David Cameron, l’ex primo ministro Tory britannico promotore del referendum del 2016 sfociato nel ‘sì’ al divorzio del Regno Unito da Bruxelles, ma poi sostenitore della campagna a favore della permanenza nell’Ue, frena sulle conseguenze di quel voto: e si dice oggi convinto da Davos che in fin dei conti il diavolo potrebbe non essere così brutto come egli stesso se lo era dipinto.
“Continuo a dire che la Brexit è stata un errore, ma ora non penso più sia un disastro”, ha affermato Cameron durante un colloquio con il magnate indo-britannico dell’acciaio Lakshmi Mittal carpito dal Channel 5 a margine del World Economic Forum.
“Si sta rivelando meno negativa di quanto pensassi, anche se resta il fatto che sarà difficile”, ha quindi aggiunto. Di tutt’altro avviso, in una sorta di confronto a distanza fra ex premier, Tony Blair (pure presente a Davos), secondo cui la Brexit indebolirà gravemente Londra a livello internazionale. E renderà il Regno “ancor più dipendente dagli Usa”.