BRUXELLES – Via libera da parte dell’Antitrust Ue alla proroga delle concessioni autostradali in Italia e imporre un massimale ai pedaggi. L’ok della Commissione europea sbloccherà 8,5 miliardi investimenti. Il piano prevede la proroga delle concessioni detenute da Autostrade per l’Italia (Aspi) e da Società Iniziative Autostradali e Servizi (Sias). La prima copre la sua rete autostradale in Italia, la seconda riguarda l’A4 Torino-Milano. Sias utilizzerà le entrate generate dalla proroga della concessione per concludere la Asti-Cuneo.
La decisione di Bruxelles fa seguito all’accordo di principio raggiunto il 5 luglio 2017 fra la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager e il ministro dei trasporti Graziano Delrio. Si tratta infatti di una soluzione che stimola gli investimenti nel settore delle autostrade italiane coerentemente con le norme Ue in materia di aiuti e appalti pubblici. Queste garantiscono infatti che il sostegno dello Stato eviti eccessivi aumenti dei pedaggi per chi usa le autostrade e un’eccessiva compensazione dei concessionari, mantenendo allo stesso tempo una concorrenza effettiva sul mercato.
“In stretta collaborazione con l’Italia, abbiamo trovato una soluzione che permetterà di effettuare investimenti essenziali nelle autostrade italiane, limitando nel contempo l’impatto sugli utilizzatori ed evitando una sovracompensazione delle imprese che gestiscono le autostrade”, ha sottolineato Vestager, ricordando che “l’Italia ha inoltre convenuto di indire a breve nuovi bandi di gara per diverse importanti concessioni autostradali per garantire una vera concorrenza nel mercato”.
Per quanto riguarda Aspi, la misura prevede una proroga quadriennale della concessione fino al 2042. Anche nel caso di Sias, la misura prevede una proroga quadriennale fino al 2030. Entrambe prevedono un massimale sui potenziali aumenti dei pedaggi a un livello sostenibile per gli utilizzatori delle autostrade, che in linea di principio non possono superare il tasso di inflazione maggiorato dello 0,5%. Le salvaguardie per limitare le distorsioni della concorrenza prevedono: primo, un massimale sull’importo che Aspi e Sias possono rispettivamente ottenere al termine della concessione vendendo i propri attivi. Secondo, un meccanismo per evitare la sovracompensazione, stabilendo la remunerazione e il livello degli investimenti, nonché sanzioni in caso di ritardi o di mancata realizzazione degli investimenti. Terzo, requisiti per bandire gare per la stragrande maggioranza delle opere infrastrutturali a valle. Nel caso di Aspi, inoltre, le entrate dovrebbero consentire di portare a termine tempestivamente la bretella della “Gronda di Genova”.