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Antifrode Ue, ‘possibili abusi sui fondi del Recovery’

Di Redazione |

Bruxelles –  Ad annunciarlo sono stati gli stessi rappresentanti dell’agenzia europea in occasione della presentazione del report annuale sui casi di frode legati alla gestione dei fondi comunitari. E la lente dell’Olaf questa volta non si è fermata alla spesa dei fondi ‘tradizionalmente’ elargiti dall’Ue, allargandosi anche a “possibili” abusi nell’amministrazione delle risorse dei Piani di Ripresa e Resilienza nazionali. “Abbiamo aperto una serie di indagini” su casi specifici relativi ad “alcuni Stati membri”, ha spiegato l’Olaf senza precisare né il numero né il nome dei Paesi coinvolti. L’Olaf non ha poteri coercitivi, può solo raccomandare le azioni da intraprendere da parte delle autorità europee o nazionali, a seguito delle sue indagini. Inchieste che, tuttavia, sono in crescita. a inoltre formulato 275 raccomandazioni, protetto 600 milioni di euro di denaro dei contribuenti europei, e raccomandato il recupero di . Nella classifica stilata dall’Olaf, l’Italia è seguita dalla Polonia e dalla Francia. L’azione dell’antifrode europea ha riguardato “accuse di collusione, manipolazione delle procedure di appalto, conflitti di interesse e fatture gonfiate”. E, dall’anno scorso, ha toccato anche la gestione dei fondi Ue nell’ambito del Next Generation. La valutazione della Commissione, infatti, non va oltre il raggiungimento dei target prestabiliti.. La lente dell’Olaf non si limita a sorvegliare le autorità dei singoli Paesi membri ma coinvolge eventuali comportamenti fraudolenti di membri delle istituzioni Ue. “Anche un solo caso di frode sarebbe un caso di troppo. I cittadini si aspettano i più elevati standard di condotta dalle loro istituzioni”, è l’ammonimento dell’Antifrode comunitaria.

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