BRUXELLES – E’ polemica a Bruxelles per la promozione del capo di gabinetto del presidente della Commissione Jean Claude Juncker, il tedesco Martin Selmayr, alla carica di segretario generale dell’esecutivo europeo – dal primo marzo – in sostituzione del dimissionario Alexander Italianer, di nazionalità olandese. Tra le principali contestazioni, la mancata trasparenza dell’iter.
Il portavoce dell’Esecutivo comunitario Alexander Winterstein ha difeso per circa un’ora la nomina di Selmayr, in sala stampa, spiegando nel dettaglio, la procedura seguita, a partire dalla pubblicazione dell’incarico, il 31 gennaio. “Tutto è avvenuto nelle regole”, ha più volte ripetuto Winterstein, sottolineando che si sarebbe potuto procedere anche con una nomina diretta, una strada che tuttavia la Commissione “ha scelto di non adottare”, preferendo la più “severa e appropriata” procedura a tappe, conclusasi con la “decisione unanime del collegio dei commissari”. Il portavoce ha indicato che le candidature arrivate per il posto sono state due e per questo non è stato necessario fare una short-list.
Winterstein ha poi respinto le allusioni che legavano le dimissioni dell’olandese Italianer al caso scoppiato sulla secretazione dei documenti dell’offerta olandese per l’assegnazione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), spiegando che anche in questo caso tutto è avvenuto secondo le procedure stabilite dagli Stati membri.