«I cani non pericolosi che attualmente sono ricoverati in alcuni centri della zona vanno rimossi dal canile e rimessi in libertà sul territorio». E’ questa la richiesta fatta dal comandante dei vigili urbani di Valguarnera, Francesco Villareale dopo che il titolare del «centro cinofilo Ciaramito», Luca Scoto, ha diffidato, i primi di aprile, il Comune di Valguarnera a pagare le rette arretrate che ammonterebbero a circa 100 mila euro.
La convenzione tra il canile e il Comune è scaduta il 21 ottobre 2023 e da quella data non è stata più rinnovata con determina di affidamento, ma solo tacitamente. Dunque, ora Scoto chiede all’amministrazione una soluzione per il futuro dei suoi 90 cani perché non è più in grado di sostenerli.
Ed è a questo punto che arriva la relazione del comandante della polizia municipale che informa sulla questione anche il dirigente del dipartimento veterinario dell’Asp, il sindaco Francesca Draià e l’assessore Lorenzo Scarlata e chiede al titolare del canile di fornire, dopo i riscontri sanitari, un elenco di cani che non presentano pericolosità sociale per rimetterli in libertà.
«Oltre un anno fa mi ero attivato col mio veterinario e l’Asp a selezionare dei cani da mettere in libertà. Il progetto però non ebbe alcun seguito per mancanza di assunzione di responsabilità di chi deve ordinare la reintroduzione dei cani in libertà, che non possono essere i veterinari che esprimono solo pareri sulla pericolosità dei cani – dice il proprietario del canile – adesso, vorrà dire, che a seguito di una nuova nota, faremo un nuovo elenco con i dovuti pareri, ma rammento che ci vorrà sempre qualcuno che ne ordini la reimmissione in libertà». Villareale giustifica la sua richiesta «per il benessere degli animali che non possono essere costretti a trascorrere la loro esistenza all’interno dei canili. A protestare la sezione giovanile DC che sui social scrive». Non capiamo il motivo perché, i cani anziché essere curati e trattenuti presso un canile vengono messi nuovamente sul territorio».