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Sei discariche cancellate dal Piano delle bonifiche

Di Giulia Martorana |

Enna – Sono sei le discariche dell’ennese cancellate dal “Piano regionale delle bonifiche” per documentazione incompleta. Si tratta delle discariche di Agira, Aidone, Assoro, Barrafranca, Nicosia e Pietraperzia tutte nell’anagrafe dei siti contaminati da bonificare con i fondi europei. In tutto la Regione ha escluso dal piano delle bonifiche e, quindi dall’accesso ai fondi del Po Fers 35 ex discariche ma l’Ennese, in rapporto alla popolazione è la provincia che ha avuto il maggior numero di siti esclusi. A determinare il mancato accesso la mancanza degli studi per determinare il “Csr”, coefficiente necessario a stabilire il livello di contaminazione con l’identificazione delle sostanze inquinanti e pericolose.

Si tratta di studi tecnici che dovevano essere effettuati dai Comuni e depositati al Dipartimento Acque e rifiuti nel 2016, come stabilito nell’avviso del Dipartimento nel quale, a luglio 2016, si avvisavano i Comuni che le linee del Po Fers prevedono finanziamenti sulle discariche inserite nel Piano delle bonifiche, per le quali sia stata accertata la contaminazione ambientale e quindi l’obbligo di messa in sicurezza.

A firmare i provvedimenti sono stati il dirigente generale del Dipartimento Maurizio Pirillo e il direttore del settore bonifiche Calogero Gambino, che avvertono i sindaci che non hanno fornito la documentazione completa, che possono provvedere nei prossimi mesi, e comunque non oltre settembre 2018, termine oltre il quale le discariche verranno cancellate definitivamente.

Le analisi e le procedure spettano ai Comuni, molti dei quali non dispongono delle risorse finanziarie necessarie a commissionare gli studi tecnici. Alcune discariche, come nel caso di quella di Nicosia, sono comunque oggetto di altri interventi di bonifica che devono, comunque ancora essere avviati, e che hanno finanziamenti diversi, ma per gli ex siti comunali, molti dei quali utilizzati negli anni ’80 e ’90, quando in discarica finivano anche rifiuti tossici e pericolosi. L’unica possibilità di messa in sicurezza è rappresentata dai fondi comunitari.

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