Omicidio Vanessa Scialfa, Pm archivia esposto genitori ragazza

Di redazione / 27 Aprile 2017

PALERMO – Francesco Lo Presti, condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio della sua fidanzata Vanessa Scialfa, 20 anni, avvenuto il 24 aprile del 2012, non avrebbe avuto complici. Il sostituto procuratore Francesco Augusto Rio, lo stesso che ha raccolto allora la confessione dell’omicida, ha chiesto l’archiviazione nel procedimento avviato, dopo una denuncia presentata da Giovanni Scalfa e Isabella Castro, padre e madre di Vanessa, contro alcuni funzionari e ispettori in servizio alla Squadra Mobile di Enna, accusati di avere redatto delle false annotazioni, abuso d’ufficio, rifiuto di atti d’ufficio.


Secondo il Pm nulla di quanto denunciato dalla famiglia Scialfa trova fondamento. I genitori di Vanessa, con i loro legali Eleanna Parasiliti Molica e Patrizia Di Mattia, avevano denunciato il fatto che ad occuparsi delle indagini fosse stata la squadra narcotici, dov’era in servizio un ispettore, del quale l’omicida era amico oltre che confidente, piuttosto che la squadra omicidi. E ancora secondo gli Scialfa, dalle relazioni di servizio risultavano omesse alcune telefonate intercorse, nel giorno dell’omicidio, tra l’assassino e lo stesso ispettore. Per il sostituto procuratore Rio la notizia di reato è infondata in quanto gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono idonei a sostenere l’accusa in giudizio. E così la richiesta al Giudice per le indagini preliminari di disporre l’archiviazione del procedimento. 

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Redazione
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