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Nicosia, scoperta una maxi frode all’Ue e al Fisco
La Guardia di Finanza di Nicosia, con l’operazione “Ruris”, ha scoperto una truffa al bilancio dell’Unione Europea per un ammontare di circa 3 milioni di euro. Coinvolte trentacinque persone che dovranno rispondere di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false ed emissione di fatture false.
I finanziamenti, che facevano riferimento al PSRSicilia 2007/2013, indebitamente percepiti da associazioni agricole e soggetti economici delegati all’esecuzione dei lavori, erano destinati al rifacimento di strade interpoderali nel territorio di Nicosia e alla realizzazione di nuove strade locale.
La frode era sostanzialmente basata sulle false fatturazioni. “Le imprese appaltanti, in accordo con i responsabili delle associazioni beneficiarie dei contributi e con la connivenza dei direttori dei lavori, emettevano fatture false per lavori mai eseguiti e materiale mai fornito; scopo del disegno criminoso, contenere i costi risparmiando sulla materia prima necessaria per realizzare le opere”, spiegano gli investigatori.
“Parallelamente, per abbattere l’imponibile, e così sottrarsi ad una maggiore tassazione, le imprese appaltanti utilizzavano a loro vantaggio fatture per operazioni inesistenti per giustificare l’acquisto di materie prime potenzialmente necessarie per edificare le opere rurali appaltate”.
Nel complesso, l’indagine ed i successivi riscontri di natura amministrativo-fiscale, hanno permesso di portare alla luce una truffa ai danni dello Stato e dell’Unione Europea che ammonta a circa 9 milioni di euro, tra contributi comunitari per circa 3 milioni, evasione d’imposta per altri 2 milioni e danno erariale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA