Enna – «Il cinema senza la Sicilia non esiste». Parola di Monica Bellucci. L’iconica Malena di Tornatore, è stata protagonista ieri mattina di una masterclass all’università Kore di Enna. «In Sicilia – c’è sempre questa dualità tra bellezza e ombra. Penso che questo contrasto tra luce ed ombra che c’ è qui, sia quella forza misteriosa che crea le storie più belle». Storie intense, diventate pietre miliari del cinema come quelle raccontate da registi come Francis Ford Coppola e Martin Scorsese quelle cui pensa mentre parla e che la portano a dire «senza le storie siciliane cosa vogliamo raccontare?».
L’incontro-evento con la diva italiana per eccellenza che ha affollato l’aula Pettinato dell’ateneo ennese di studenti a caccia di uno scatto da rubare e determinati a non perdersi neanche un respiro, ha chiuso il ciclo di incontri “Cinekore – incontri d’autore” organizzato dall’associazione “Visco film” con la direzione artistica del giovane regista ennese Davide Vigore e finanziato dall’Ersu di Enna in collaborazione con l’ateneo Kore con il supporto attivo della professoressa Marinella Muscarà. Monica Bellucci dialogando con il docente dell’ateneo ennese Salvatore Ferlita ha raccontato del suo legame con la Sicilia e di cosa rappresenti ancora adesso per lei aver interpretato Malena: «A un attore fa sempre piacere avere un film che diventa nazional popolare. Anche se si fanno tanto tanti film sono sempre pochi quelli che diventano film di riferimento. Malena torna sempre, ovunque io vada, che io sia in Italia, in America o in Giappone. Sono molto felice che sia un film siciliano».
Il complesso binomio tra immagine e realtà torna spesso nelle parole di Monica Bellucci: «C’è una grande differenza tra il passato e oggi. In passato c’era un grande distacco tra la star e il pubblico, oggi, invece, gli attori non si vedono più solo al cinema, ma li incontriamo mentre fanno una vita normale, li vediamo anche con le buste della spesa in mano. Ma l’immagine, quella che viene proiettata fuori è solo la punta di quella che è la vita. Quando c’è confusione tra immagine e vita è molto pericoloso. Il problema è quando Marilyn Monroe crede di essere Marilyn Monroe».
Per Monica Bellucci, quello dell’attrice è un lavoro che si fa come «un viaggio dentro le persone. Nessun attore sa quanti parti ha dentro. Alcune scelte sono istintive, si legge un copione e si va, come se si fosse attratti da quel personaggio che ha qualcosa da dire o che magari si riconosce in se stessi. L’attore deve capire anche come scoprire se stesso». Delle donne contemporanee e delle loro sfide Monica Bellucci dice: «Hanno meno paura, parlano di più. Le cose stanno cambiando, socialmente esistiamo di più più. Ci sono più donne registe, in politica, si aprono più porte è una strada lunga ma che riesce ad andare verso una direzione più aperta. Gli uomini entrano nel nostro mondo, cambiano i pannolini , lavano i piatti, li si vede al parco con i bambini. Questo ci piace molto».