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Mirello e il pressing Pd sul procuratore “scomodo”: «Hai parlato a Orlando?». «Sì è a disposizione»

Di Mario Barresi |

Il Barone Rosso, nella sua tagliente autoironia, esprimeva una verità. Riguarda proprio lui, infatti, la stragrande maggioranza delle «oltre 8.000 conversazioni intercettate», nell’inchiesta sui corsi di Medicina “trapiantati” a Enna dalla Romania. I brogliacci, contenuti in un’informativa della guardia di finanza, sono finiti in un altro procedimento, culminato con il rinvio a giudizio di Crisafulli e di Augusto Sinagra (avvocato e docente universitario, già legale di fiducia di Lucio Gelli e piduista mancato perché «sequestrarono le liste prima della mia iniziazione») per calunnia nei confronti dell’ex procuratore di Enna, Calogero Ferrotti.

Nelle intercettazioni «sono emersi, incidentalmente, dialoghi fra l’indagato (Crisfulli, ndr) e un parlamentare nazionale». Si tratta di Fausto Raciti, segretario regionale del Pd. Il quale sosterebbe «l’articolato e poco trasparente disegno» di Crisafulli, che «dalle risultanze investigative appare anche finalizzato ad ostacolare le indagini e screditare, in particolare» il procuratore Ferrotti. Raciti, secondo la ricostruzione della Gdf, «si rende disponibile a fungere da intermediario» con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, «al fine di ottenere una ispezione ministeriale presso la Procura di Enna». Un’ispezione che non fu mai avviata.

Siamo a fine di novembre 2015, nella fase più calda delle indagini di Ferrotti che sequestra i locali in cui si svolgevano i corsi di lingua rome per i test d’ingresso. L’avvocato Sinagra presenta un esposto contro il procuratore, «presumibilmente anche al fine di precostituire elementi giustificativi in ordine all’auspicata ispezione ministeriale». Un esposto che nell’informativa si ritiene essere stato «preventivamente concordato col Crisafulli» che ne appare «il promotore». Nessi di causa-effetto tutti da dimostrare.Interessanti, per gli investigatori, alcune chiamate di Crisafulli a Raciti, nelle quali «gli chiede di interessare della questione» il Guardasigilli, «affinché quest’ultimo faccia pressione, attraverso la richiesta degli atti» sull’«invio di una ispezione ministeriale». Perché al procuratore nemico deve «arrivare un messaggio», dice il ras ennese del Pd. E il segretario regionale «sembra accondiscendere – si legge nell’informativa – alla richiesta che appare finalizzata ad ostacolare il normale svolgimento dell’attività in investigativa». Raciti, annotano i finanzieri, «allorché il Crisafulli chiede se ha avuto modo di parlare con “Orlando”, risponde più volte “a disposizione”, lasciando chiaramente intendere che il contatto è avvenuto con esito positivo». Il primo contatto agli atti è del 21 novembre 2015. Alle 16,56 l’ex senatore riceve una chiamata dal segretario regionale del suo partito. Dopo un omissis si va dritti al punto.

Vladimiro Crisafulli: senti una cosa? tu hai modo di vedere Andrea Orlando? di sentirlo?

Fausto Raciti: eeeh sì, gli devi parlare?

Crisafulli: sì, io qua ho fatto una denuncia al Procuratore della Repubblica di Enna…

Raciti: ok…

Crisafulli: per abusi, in effetti li ha fatti… e abbiamo rivolto la comunicazione a Ministro, al Csm, al Procuratore della Cassazione, oltre che al Procuratore di Catania in quanto (incomprensibile)

Raciti: ok

Crisafulli: ora ti mando una copia dell’esposto quando tu (incomprensibile)

Raciti: gliela devo fare avere?

Crisafulli: sì, non solo gliela devi fare avere, gli dici che acquisisca gli atti, in modo tale che arriva un messaggio, manda qualcuno che venga a prendere le carte…

Raciti: ok

Crisafulli: niente di particolare, (incomprensibile)

Raciti: no, no, no

Crisafulli: gli manda un’ispezione a verificare le carte, le cose… (incomprensibile)… c’è la denuncia ad un Procuratore… (incomprensibile)…

Raciti: vabbè credo che l’ispezione sia automatica no?

Crisafulli: non è detto, qui sarebbe bene che si facesse fare… va bene…?

Raciti: vedo di (incomprensibile)…

Crisafulli: allora ti do le carte…

Raciti: va bene…

Crisafulli: tu quando scendi giù in Sicilia?

Raciti: io di nuovo domani…

Crisafulli: domani… allora casomai ti faccio avere ste carte eh

Raciti: va bene, va bene, d’accordo

Meno di una settimana dopo – il 27 novembre 2015 alle 16,27 – Crisafulli richiama Raciti.

Vladimiro Crisafulli: senti, eee… glielo hai detto ad Orlando?

Fausto Raciti: sì, gliel’ho detto

Crisafulli: e lui che ti ha detto?

Raciti: a dip… a disposizione

Crisafulli: a disposizione, quindi che c’è sta cosa, lui manda l’ispezione e, qua acquisisce la documentazione e poi, poi basta, va… non che… lui la deve fare… no?…

Raciti: a disposizione…

Crisafulli: sarebbe importante

Trascorrono altre tre settimane, si arriva al 14 dicembre. Dell’ispezione non c’è alcuna notizia. E l’ex senatore torna alla carica con il segretario regionale del Pd. Sono le 20,54 quando viene intercettata una rapida telefonata.

Fausto Raciti: dimmi!!

Vladimiro Crisafulli: ti stavo dicendo… ma Andrea?

Raciti: e ora ci parlo!

Crisafulli: gli devi parlare, ma insomma…

Raciti: ci riparlo, ci riparlo, ci riparlo domani!

Crisafulli: ormai è diventata una cosa da ridere questa storia

Raciti: ci riparlo domani

Crisafulli non molla: quel procuratore “nemico” va ridimensionato. Raciti si mette a «disposizione» e assicura (o magari millanta, soltanto per sfuggire alle pressioni del compagno di partito) un intervento su Orlando. «Ci riparlo domani», dice. Come se un colloquio fosse già avvenuto. Ma l’ispezione del ministero della Giustizia – come ha verificato ieri La Sicilia – non c’è mai stata. Delle due l’una: o l’invocata “raccomandazione” sul Guardasigilli non è bastata, o non c’è mai stata perché Raciti s’è tirato indietro. Adesso, due anni dopo, il vecchio procuratore si gusta il piatto freddissimo di una doppia vittoria giudiziaria: prima l’archiviazione del procedimento a suo carico; ora Crisafulli e il suo avvocato a giudizio per calunnia. «Un atto eversivo», definì Ferrotti l’esposto di Sinagra. «Sono state anche propagate notizie di stampa calunniose e sollecitato l’intervento di ispezioni ministeriali», disse nel discorso di commiato dalla procura. Con un commento sopra le righe, rispetto al suo stile sobrio: «Una roba da regimi dittatoriali dell’America latina».

Twitter: @MarioBarresi

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