il caso
La mamma di Larimar si rivolge al presidente Mattarella: «Non si è suicidata»
Il caso della 15enne trovata impiccata a Piazza Armerina
Si rivolge al capo dello stato Sergio Mattarella la madre di Larimar, la ragazza di 15 anni impiccata a un albero del giardino di casa, martedì scorso, a Piazza Armeria. E in un accorato appello chiede giustizia per la figlia che, ne è certa, non si sarebbe suicidata.
«Vogliamo che il presidente della Repubblica si metta una mano sul cuore e guardi il caso di mia figlia, bambina perfetta, promessa italiana della pallavolo. Le hanno tolto la vita perchè brillava troppo e noi come famiglia abbiamo paura», ha detto, in lacrime, ai giornalisti che l’aspettavano fuori dalla sua abitazione, nelle campagne del paese. La donna, una cubana che da un anno si era trasferita con i figli e il marito, siciliano, a Piazza Armerina, non crede che la ragazza si sia tolta la vita.
Ma gli inquirenti – del caso si occupa la Procura dei minori di Caltanissetta – indagano contro ignoti per istigazione al suicidio. Sarà l’autopsia, fissata per mercoledì a Enna, a sciogliere i dubbi sulla causa della morte sollevati dalla madre, la prima a scoprire il cadavere.
«L’ho trovata appesa. Era in ginocchio tutta legata – dice – Ma una bambina come fa a legarsi fino ai piedi?» E proprio per chiarire i fatti i pm dei minori hanno deciso di non restituire la salma alla famiglia, che aveva già fissato per questo pomeriggio i funerali.
Lamentano l’assenza della scuola i familiari della 15enne. “Nessuno è venuto a trovarci» dicono. «E’ incredibile – aggiungono – che la preside della scuola della nostra bambina non abbia saputo della lite scoppiata tra lei e una compagna». La dirigente scolastica però continua a ripetere che si sarebbe trattato solo di un diverbio tra ragazzi. Ma alcuni testimoni hanno raccontato che poche ore prima di morire, la giovane aveva avuto una violenta discussione con una coetanea che l’aveva accusata di averle rubato l’ex fidanzato. Le due sarebbero venute alle mani e la adolescente sarebbe stata insultata da un gruppo di studenti che le avrebbero dato della poco di buono alludendo a sue foto intime che giravano nelle chat.Secondo gli inquirenti, dietro al gesto estremo potrebbe esserci stato il timore della giovane che le immagini venissero diffuse.
I genitori e i fratelli sono già stati sentiti più volte. E davanti alla polizia è comparso anche il fidanzatino che ha consegnato agli inquirenti un biglietto che la ragazza gli aveva fatto avere tramite un amico. «Ti amerò anche nella prossima vita», c’era scritto. Parole che confermerebbero la tesi del suicidio. «Non l’ha scritto lei», smentiscono però le sorelle.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA