Incendiato un escavatore nel cantiere dell’Alta Velocità Palermo Catania

Di Redazione / 05 Luglio 2023

Un incendio ha distrutto l’escavatore di una ditta subappaltatrice impegnata nella realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria Catania-Palermo.

Sull’attentato al suo mezzo, avvenuto ieri, l’imprenditore Daniele Tranchita della TS, azienda che da quasi 40 anni opera nel settore movimento terra dice: «Sono amareggiato per quanto accaduto, non riesco ancora a spiegarmi il perché di questo atto vile compiuto nei confronti di chi come noi si sveglia alle quattro di mattina per fare sacrifici e cercare di costruire un futuro migliore per noi e per i nostri figli nel pieno rispetto della legalità. Spero solo – aggiunge – che i colpevoli paghino come giusto che sia, confido pienamente nella magistratura».

L’ingegnere Gaetano Debole, presidente della Cassa Edile, e imprenditore di riferimento per l’associazionismo, fautore di denunce antiracket alla base di numerose condanne definitive dice: «Chi pensa di interferire con le scelte delle imprese non ha ancora capito che è anni luce indietro. Gli imprenditori non si lasciano più intimidire e tanto meno aziende della caratura di WeBuild che hanno messo in atto protocolli tra i più attenti e avanzati, estendendoli alle aziende che eseguono i lavori nei loro cantieri. Il danno causato al nostro collega ed i rischi per un’importante opera che nei prossimi anni segnerà il benessere della nostra area esigono però che sia alzato il livello di attenzione da parte delle istituzioni locali».

«L’attentato incendiario ai danni di un associato di Ance Enna, al quale va tutta la nostra solidarietà, avvenuto nel cantiere lungo la tratta Bicocca-Catenanuova dell’Alta velocità Palermo-Catania, nonostante i protocolli di legalità, i controlli digitalizzati e la presenza di un colosso mondiale come Webuild, è un segnale molto preoccupante che richiede una reazione corale e unitaria, senza tentennamenti» ha affermato Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia.

«Se la mafia – osserva Cutrone – pensa di potere rialzare la testa al punto da sfidare lo Stato bloccando un’opera strategica di interesse europeo e nazionale e voluta da Bruxelles e da Roma nell’ambito del ‘Pnrr’, vuol dire che non ha capito che il proprio tempo è finito e che all’interno dell’organizzazione di Cosa nostra c’è qualche nostalgico dei tempi dei ricatti alle istituzioni. Qualcuno che evidentemente è così arrogante da osare mettersi contro l’Europa e l’Italia cercando di impedire l’avanzare dell’Alta velocità e del progresso anche nel centro della Sicilia».

Condividi
Pubblicato da:
Fabio Russello