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«Gli allevamenti che garantivano la pulizia rurale»

Di Silvano Privitera |

Enna – Oltre a fare i conti dei danni che stanno provocando alle loro aziende gli incendi dell’Ennese, gli allevatori si chiedono cosa fare per prevenirli. Sebastiano Lombardo, allevatore di Troina con incarichi nella Confagricoltura della Sicilia e titolare di un’azienda zootecnica nell’Ennese, è uno di questi. Lombardo sostiene che questi incendi non scoppino per autocombustione, quando ci confida di sperare che «vada punito, come è giusto che sia, chi si rende responsabile di reati coì gravi». La riflessione di Lombardo riguarda le misure di prevenzione di questi incendi. Non è che, in passato, di questi incendi nelle campagne non ce ne fossero ma non delle dimensioni di quelli che si verificano da alcuni anni ogni estate persino nei terreni a ridosso dei centri abitati. Centri abitati anche dei piccoli paesi delle zone interne della Sicilia, come il territorio dell’Ennese, che si sono espansi in maniera disordinata sui terreni agricoli fino al punto che oggi si parla di «campagne urbanizzate».

Ricorda l’allevatore Sebastiano Lombardo che «tutti i terreni adiacenti ai centri abitati, un tempo, non solo della provincia di Enna, erano presidiati da piccoli allevamenti di vario tipo». E qual era la funzione di questi piccoli allevamenti in prossimità dei centri urbani, che non aveva ancor invaso le campagne? Non c’era solo il vantaggio di avere il latte fresco ogni giorno che il capraio distribuiva di mattina presto distribuiva porta a porta. Lombardo ne mette in risalto un altro: «Questi piccoli allevamenti, secondo il mio modesto parere, svolgevano costantemente un’opera di pulizia delle sterpaglie con la partica del pascolamento, generano un’importante bonifica e pulizia a costo zero dei terreni adiacenti ai centri abitati».

Lombardo ne parla con nostalgia di questi piccoli allevamenti nei terreni agricoli vicini ai centri abitati. I rapidi cambiamenti, sotto diversi profili dall’assetto urbanistico a quello socio-economico, che questi piccoli paesi hanno subito nella seconda metà del ‘900, hanno comportato l’abbandono degli allevamenti. Così facendo, sostiene Lombardo «la società si è evoluta, forse troppo, ma di fatto non ha più guardato a tale pratica nelle adiacenze dei centri abitati come a un beneficio per tutta la collettività». Colpa anche, ritiene Lombardo «delle politiche portate avanti dalle istituzioni a vari livelli europei, nazionale e regionali».

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