Enna
Enna, alla sbarra il padre accusato di aver fatto prostituire la figlia di 10 anni
A soli dieci anni sarebbe stata costretta a subire le attenzioni di un ottantenne della provincia di Enna. Il padre della piccola, che è stata allontanata dalla famiglia quando vennero scoperti i fatti per cui ieri mattina si è aperto il processo davanti al tribunale collegiale di Enna, avrebbe ricevuto piccole somme di denaro o dei regali.
Davanti al collegio giudicante ieri presieduto dal giudice Francesco Paolo Pitaresi è comparso il padre, difeso dall’avvocato Mauro Lombardo mentre il presunto pedofilo è morto. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Eleanna Parasiliti.
A sostenere l’accusa in aula è stato il pubblico ministero Roberto Santi Condorelli, della Procura distrettuale nissena che ha competenza per questo tipo di reati. La difesa aveva chiesto la celebrazione del processo con rito abbreviato condizionato a una perizia medica sulla bambina e all’audizione di due testimoni. Il collegio si è riservato di decidere sulla perizia medica sulla piccola. La riserva sarà sciolta nell’udienza fissata per il prossimo 2 novembre quando verrà conferito anche l’incarico per la trascrizione delle intercettazioni che nel corso delle indagini vennero fatte dai carabinieri. Il reato ipotizzato di cui dovrà adesso rispondere il padre della giovane vittima è quello di “prostituzione minorile”, in quanto avrebbe avuto un guadagno dagli incontri tra la figlioletta e l’anziano.
Le indagini, particolarmente delicate, su una vicenda maturata in un ambiente sociale difficile sono state condotte dai carabinieri di Enna. Ad insospettire i militari dell’Arma che fecero partire le indagini, era stata la presenza molto frequente della piccola assieme al padre ed all’anziano mentre andava a cercare oggetti in ferro da rivendere con una macchina, una ricerca che per diverso giorni sarebbe durata sino a tarda sera.
Durante un controllo i carabinieri hanno chiesto i documenti a chi era in quel momento alla guida presentando poi una relazione specifica. Una volta che sono stati raccolti elementi sufficienti per ipotizzare il reato, i due uomini sono stati arrestati mentre la bambina è stata portata in una comunità protetta.
Sull’auto del padre con la quale avvenivano gli spostamenti sono stati effettuati anche dei rilievi effettuati dai Ris di Messina in cerca di tracce del dna della piccola.
Il caso che risale al mese di agosto del 2016 suscitò un particolare clamore per la crudezza della storia emersa e per la giovanissima età della presunta vittima.
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