Dopo oltre sei anni dalla prima diagnosi di autismo un bimbo di Enna ha avuto riconosciuto il diritto a frequentare un centro di riabilitazione per la terapia specifica. Nel giorno che precede la giornata mondiale dedicata all’autismo arriva un’ordinanza del Tribunale di Enna, in funzione di giudice del Lavoro che consentirà ad un bimbo di 8 anni di cominciare la terapia riabilitativa specifica. La storia è quella di Giuseppe, il nome è di fantasia, i cui genitori hanno dovuto rivolgersi ad un Tribunale per vedere riconosciuto un diritto dopo che il Dipartimento di Neuro psichiatria infantile dell’Asp di Enna non ha mai voluto diagnosticare lo spettro autistico di cui Giuseppe soffre fin da piccolissimo nonostante ben due altre strutture, l’Oasi di Troina e l’Asp di Palermo avessero certificato l’autismo.
Per l’Asp ennese, Giuseppe aveva solo un lieve ritardo mentale e, dunque, era sufficiente la terapia riabilitativa senza necessita di quella cognitivo-comportamentale ad indirizzo ABA , specifica per questa patologia. Quando nel gennaio del 2021 l’Asp ha sospeso totalmente le terapie, i genitori di Giuseppe si sono rivolti all’autorità giudiziaria, affidandosi all’avvocato Maria Giovanna Gioveni, riuscendo così ad ottenere giustizia. «Mio figlio aveva ed ha assolutamente bisogno di terapie specifiche di cui, per anni, purtroppo, è stato privato. Non riesco ancora a capire perché l’Asp di Enna si sia ostinata a perseverare in una errata diagnosi,- dice il padre – nonostante i difformi pareri formulati da due centri di eccellenza, quali l’Oasi di Troina, prima, e l’Asp di Palermo, poi». Giuseppe, ora, dovrebbe al più presto cominciare la terapia. Resta l’ostacolo che l'unica struttura abilitata all’erogazione di questo genere di prestazione è già al completo, con conseguenti e notevoli disagi e difficoltà per le famiglie con figli autistici. «In questa battaglia abbiamo speso tante energie e abbiamo avuto tante amarezze – conclude il papà di Giuseppe – Sia io che mia moglie siamo stanchi».