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La protesta

A Enna acqua ogni 6 giorni: cittadini esasperati strappano le bollette in strada

La Cabina di regia e Siciliacque hanno deciso la linea della intransigenza perché la situazione è ormai drammatica e questo ha fatto esplodere definitivamente una rabbia che già covava da settimane

Di William Savoca |

Si sono prima dati appuntamento sui social per poi radunarsi, ieri mattina, davanti la sede del gestore del servizio idrico, AcquaEnna, strappando le bollette per rabbia e con l’intenzione di rivolgersi alla Procura affinchè indaghi sull’emergenza in corso. È la protesta esplosa tra i cittadini ennesi che da due giorni sono obbligati da una turnazione di sei giorni per far fronte ad una crisi idrica per la diga Ancipa ormai agli sgoccioli. La Cabina di regia e Siciliacque hanno deciso la linea della intransigenza perché la situazione è ormai drammatica e a far esplodere definitivamente una rabbia che già covava da settimane è la turnazione scelta da AcquaEnna, acqua ogni sei giorni e da mezzanotte alle otto del mattino.Tra le promotrici Monia Parlato: «In sei giorni non riuscirò a soddisfare i bisogni della mia famiglia, o pago le bollette o pago le autobotti e allora strappo le bollette, pagherò e avrò l’acqua».

«Nessuno nega che ci sia l’emergenza idrica, ma qualcuno ci sta marciando sopra, non si spiegano altrimenti alcune decisioni prese in danno di noi cittadini» hanno denunciato ieri chi ha partecipato alla protesta. Tutti hanno portato, strappato e lanciato a terra le bollette: «Paghiamo la tariffa più cara d’Italia senza avere la corrispondenza del servizio, pago un servizio che non è continuativo o non c’è» ha detto qualche altro mentre anche un altro gruppo racconta: «In queste settimane sta nascendo il business delle autobotti con l’acqua che viene rivenduta a caro prezzo, a questo punto o paghiamo le autobotti o le bollette, entrambe non possiamo».

A incontrarli il presidente di AcquaEnna Franz Bruno insieme ai tecnici: ai cittadini sono state fornite le informazioni e le ragioni tecniche che stanno alla base delle scelte adottate dal gestore e che sono legate alla recente ulteriore riduzione del prelievo idrico dalla diga Ancipa. Informazioni che, è stato detto, giustificano le scelte sia in termini di giorni che di orario e sulla differenziazione della distribuzione tra Enna alta ed Enna bassa visto che la rete non è infatti comparabile per estensione e numero abitanti.«Avevamo chiesto la turnazione a 4 giorni come prima, ma ci è stato detto che non si può fare e che in ogni caso è sperimentale, ma non esiste e non va bene perché siamo certi che non torneranno indietro, ci chiediamo perché questa guerra tra poveri, perché queste differenze». L’indice è puntato sull’orario: «Siamo stufi di non essere considerati, ci sono persone anziane che non possono alzarsi la notte per usufruire dell’acqua corrente, è irragionevole e anche su questo ci ribelliamo» dicono altri presenti.I cittadini hanno anche contestato l’elevato costo della tariffa idrica e puntato il dito «contro i ritardi nel trovare nuovi pozzi. Lo sapevano da mesi che ci sarebbe stata l’emergenza, perché non hanno scavato prima? C’era un interesse particolare ad utilizzare solo la diga Ancipa?» si sono chiesti irritati i tanti cittadini presenti anche se qualcuno di loro osserva «sui social c’è stato maggiore disappunto e ci saremmo aspettati molta più partecipazione».

Da quei presenti, però, dicono di aver iniziato un percorso perché a breve avvieranno una petizione affinché si metta un punto alla gestione idrica in provincia e c’è chi spinge per presentare un esposto in Procura per fare luce sulla distribuzione dell’acqua e sul servizio in generale. Un dato è comunque già certo, il popolo ennese stavolta è sceso in piazza per protestare duramente.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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