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IL COMMENTO

Rifiuti: le cose da fare già da subito, a prescindere dai termovalorizzatori

«Ecco alcune proposte e provvedimenti da attuare nel breve e medio periodo»

Di Tommaso Castronovo* |

Siamo alla terza ordinanza speciale del presidente Schifani in meno di dieci giorni per cercare di tamponare una situazione critica, nota da tempo agli uffici e agli organi di governo regionale. Tuttavia, non si vede alcuna vera strategia per superare nel breve-medio termine le criticità legate principalmente all’eccessiva produzione di rifiuti indifferenziati e alla mancanza di impianti per il trattamento dei rifiuti.

Il presidente Schifani continua a propagandare la realizzazione di due inceneritori come la soluzione di tutte le criticità legate alla gestione dei rifiuti. Speriamo che qualcuno gli dica onestamente che, se mai saranno realizzati, gli inceneritori non accenderanno i camini, verosimilmente, prima del 2032.

E nel frattempo, in questi giorni e nei prossimi anni, cosa intende fare il presidente Schifani? Continuare con riunioni tecniche improduttive e con ordinanze poco efficaci che non risolvono nulla e che fanno aumentare i problemi ambientali?

Suggeriamo, sulla base di un’attenta analisi dei dati della produzione dei rifiuti e della normativa nazionale ed europea vigente, alcune proposte e provvedimenti da attuare nel breve e medio periodo. Nel brevissimo periodo, occorre mettere in campo tutte quelle misure di sostegno tecnico, gestionale e finanziario affinché tutti i comuni riducano la produzione di secco residuo.

Nel corso degli ultimi anni, abbiamo registrato grandi passi avanti nella riduzione della produzione di rifiuti. I cosiddetti “Comuni rifiuti Free”, ossia quelli che producono meno di 75 kg per abitante di rifiuti indifferenziati, sono passati da 3 nel 2018 a quasi 90 nel 2022, rappresentando quasi un quarto di tutti i Comuni siciliani (e siamo certi che saranno ancora di più nel 2023).

Si tratta di Comuni piccoli (come San Giuseppe Jato con i suoi 8.000 abitanti e meno di 22 kg/ab di RI) e medi (come Mazara del Vallo con i suoi 50.000 abitanti e poco meno di 58 kg/ab di RI), costieri e montani, a dimostrazione che l’offerta di servizi di raccolta differenziata puntuale ed efficiente, indipendentemente dalla dimensione e dalla localizzazione, può portare a risultati ambientali ed economici di grande rilevanza.

Per questo riteniamo di buon senso la proposta del presidente della SRR Catania Area Metropolitana di rivoluzionare il calendario della raccolta differenziata dei Comuni etnei, prevedendo il ritiro del mastello del secco ogni 15 giorni anziché due volte alla settimana, come attualmente avviene nella maggior parte dei Comuni. Questa misura, accompagnata da un’efficace e coinvolgente campagna di comunicazione e un’attenta azione di monitoraggio e controllo, comporterebbe nel giro di qualche settimana una riduzione di almeno il 50% dei rifiuti indifferenziati prodotti.

A supporto e per renderla ancora più efficace, è necessario introdurre la tariffa puntuale, che ristabilisce un principio di equità e giustizia ambientale e sociale, riconoscendo ai cittadini virtuosi una riduzione della tariffa in funzione della minore quantità di rifiuti indifferenziati.

È evidente che uno dei comuni maggiormente responsabili della crisi attuale è il Comune di Catania. Con oltre 130.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti ogni anno, satura la corretta gestione degli impianti di trattamento dei rifiuti, creando quel collo di bottiglia che mette in difficoltà tutti gli altri comuni della Sicilia orientale.

Sul Comune di Catania, così come su quello di Palermo, è necessario capitalizzare tutte le risorse tecniche ed economiche disponibili, con il contributo dei consorzi di filiera e delle migliori esperienze gestionali presenti in Italia, per migliorare ed efficientare rapidamente la gestione del servizio, restituendo il decoro che queste due bellissime città meritano. Non si illudano i benpensanti: questo obiettivo non sarà mai raggiunto attraverso la realizzazione degli inceneritori.

Nel breve e medio periodo, occorre programmare, finanziare e accelerare i procedimenti autorizzativi per la realizzazione della rete impiantistica di prossimità, come prevede la normativa vigente. Questi impianti sono utili e necessari per il recupero, trattamento, valorizzazione e riciclo dei rifiuti differenziati, dai Centri Comunali di Raccolta e i Centri del Riuso agli impianti di biodigestione anaerobica, dagli impianti per il recupero delle materie critiche (RAEE) a quelli per il riciclo dei pannolini, ecc.

Nel breve periodo, è inoltre fondamentale avviare tutti quei progetti pubblici e privati finanziati dal Pnrr per centinaia di milioni di euro, che rischiamo di non realizzare a causa di pastoie burocratiche e dell’assenza di una regia attenta e capace, come già successo per i Fondi Fsc e la programmazione europea.

Contestualmente, bisogna intervenire attraverso modifiche puntuali all’attuale legge 9/2010 sulla riorganizzazione degli ambiti ottimali di gestione, trasformando le Srr in consorzi pubblici come nel resto del Paese, prevedendo la riduzione da 18 a 5 e eliminando l’obbrobrio normativo e gestionale degli Aro.Insomma, basterebbe “solo” questo per far ritornare alla “normalità” la gestione dei rifiuti e raggiungere risultati “straordinari”, avviandoci concretamente verso l’economia circolare.

*Presidente di Legambiente SiciliaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA