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Quella infinita guerra tra poteri che sfianca lo Stato di diritto

Ha fatto bene la giudice di Catania che ha emesso la sentenza sui migranti, fortemente contestata dai leader del centrodestra, a non polemizzare con il governo

Di Salvo Andò |

Ha fatto bene la giudice di Catania che ha emesso la sentenza sui migranti, fortemente contestata dai leader del centrodestra, a non polemizzare con il governo. Hanno fatto malissimo, invece, Salvini e alcuni suoi sodali a organizzare un linciaggio della magistrata, mettendo in circolazione video in cui compare tra i partecipanti a una manifestazione promossa a difesa dei diritti dei migranti. Il governo ha annunciato che cercherà di ottenere l’annullamento del provvedimento adottato dal giudice. Tenuto conto di ciò, francamente non si capisce perché si voglia fare del magistrato un bersaglio contro cui scatenare la canea leghista.La verità è che si vuole deliberatamente inasprire lo scontro tra magistrati e politici. Di ciò non si può certo chiedere conto a Salvini, da cui nessuno si aspetta atteggiamenti di continenza, bensì al premier trattandosi di un suo vice. Purtroppo in questa vicenda anche la Meloni ha assunto atteggiamenti astiosi, che non si addicono al suo ruolo.Lo scontro tra governo e magistratura ancora una volta riguarda questioni che meritano di essere affrontate in punto di diritto, sulla base dei principi sanciti in Costituzione e non usando la clava.Responsabili di questa rissa sono sia il governo che la corporazione giudiziaria che paiono decisi a disputarsi un primato che in un normale Stato di diritto pare assolutamente improponibile.Ha esagerato il governo nell’esprimere indignazione nei confronti di un magistrato che ha deciso sulla base del suo libero convincimento, per assecondare chi, come Salvini, vorrebbe dare una volta per tutti una lezione ai magistrati che si rifiutano di accettare certe scelte compiute dall’esecutivo perché ritenute palesemente incostituzionali. L’argomento usato è sempre lo stesso: si spiega che chi ha ottenuto la maggioranza dei consensi non possa essere intralciato nella propria azione da giudici che danno delle leggi una interpretazione sfavorevole al governo. La Meloni afferma, sbagliando, che i giudici favoriscono l’immigrazione illegale. Ma i giudici non hanno il compito né di favorire né di impedire l’immigrazione e in ogni caso non possono essere un braccio armato chiamato ad assecondare le politiche del governo in materia di ordine pubblico, senza batter ciglio di fronte alle violazioni della Costituzione. Ciò accade nei regimi totalitari, dove la separazione dei poteri esiste solo sulla carta.Va però anche fatto rilevare che i toni eccessivamente polemici usati dai magistrati del Csm e dai vertici della Anm nei confronti del Governo sembrano inappropriati. E’ sbagliato ritenere che qualunque critica venga mossa alle decisioni assunte da un magistrato rappresenti un attentato intollerabile allo stesso principio dell’indipendenza della magistratura. L’idea che qualunque critica venga rivolta alla magistratura sia fonte di delegittimazione di essa, sembra esprimere una concezione castale dell’ordine giudiziario.Occorre che tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche si adoperino perché governo e magistratura depongano le armi, evitando un pericoloso squilibrio tra i due poteri, che porti il cittadino a ritenere entrambi inaffidabili. La politica non può rivendicare il diritto all’impunità. Il giudiziario non può rivendicare una forma di democrazia giudiziaria inconcepibile.I membri del governo che hanno giurato fedeltà alla Costituzione non possono contestare il diritto dei giudici di svolgere il proprio ruolo in piena libertà, respingendo ogni forma di intimidazione che li costringa ad accettare le decisioni assunte dall’esecutivo come indiscutibili, anche quando sono palesemente illegali. Certo, le leggi vanno interpretate ed è inevitabile che lo siano sulla base anche della sensibilità e cultura di chi le applica. Chi decide, soprattutto quando si tratta di violazione dei diritti umani, inevitabilmente esprime una personale convinzione su ciò che deve intendersi per dignità umana e non può sentirsi condizionato dagli interessi contingenti di una maggioranza politica.I magistrati ovviamente possono avere degli orientamenti politici. Ma tali orientamenti non possono condizionare una corretta applicazione delle norme.Forse la Apostolico manifestando in piazza a favore dei migranti ha offerto il destro perché la campagna denigratoria promossa nei suoi confronti potesse a essere in qualche modo giustificata. Sarebbe bene esprimere i propri convincimenti, morali e politici con senso della misura, evitando di farlo in occasione di manifestazioni pubbliche, considerato anche che i comportamenti privati di un magistrato potrebbero utilizzati, come taluno ha fatto, a fini di propaganda politica, per condizionarlo nella sua attività.Pare tuttavia curioso che Salvini – ovvero lo stesso leader politico che si è battuto con grande determinazione per rivendicare il diritto di un generale in servizio di manifestare opinioni politiche molto critiche sullo Stato di diritto – giudichi inammissibile che il giudice catanese possa esprimere delle opinioni sul valore del garantismo e sulle forme in cui va tutelato.

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