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Ora Catania invoca una “rinascita” come nel calcio

E' arrivato il giorno della festa. Delle lacrime di gioia e della grande esaltazione. Il nuovo Catania del presidente Ross Pelligra ha mantenuto le promesse e con sei giornate d’anticipo ha tagliato il traguardo della promozione in Serie C

Di Nunzio Casabianca |

E’ arrivato il giorno della festa. Delle lacrime di gioia e della grande esaltazione. Il nuovo Catania del presidente Ross Pelligra ha mantenuto le promesse e con sei giornate d’anticipo ha tagliato il traguardo della promozione in Serie C. Un cammino entusiasmante nel quale la squadra di Ferraro ha dimostrato di essere la più forte.

Scelte giuste, uomini giusti al posto giusto e una grande programmazione. Questo il segreto di un club che, da subito, ha lavorato con la serietà e i metodi di una società professionistica. Bisognava ripartire senza rischiare inciampi e così è stato. La Serie D si sarebbe potuta rivelare un percorso-trappola. I rossazzurri l’hanno affrontata con estrema sicurezza superando di slancio ogni avversario.

Nessun miracolo, sia chiaro. Soltanto (e vi pare poco?) tanti fatti e poche chiacchiere. I dirigenti scelti dal presidente Pelligra per il nuovo Catania (da Grella a Carra, Caniglia, Laneri) hanno da subito lavorato in prospettiva, gestendo il presente e costruendo il futuro. Che promette faville. Mister Ross è stato chiaro, il progetto che ha in mente è grandioso: «Vogliamo diventare un club di respiro europeo – ha detto più volte – portando in alto la squadra fino alla Serie A, regalando a Catania e ai catanesi una squadra importante con uno stadio rimodernato e ampliato nella sua capienza».

Un grande Catania, dunque, per una città che vuole (anzi, deve) tornare a essere grande. E non soltanto nel pallone. Fra poco più di due mesi si vota per eleggere un nuovo sindaco e una nuova amministrazione. Chiunque sarà chiamato a reggere le sorti del Comune avrà il dovere morale e politico di lavorare per fare rinascere questa città, oggi abbandonata fra cumuli di spazzatura e inciviltà diffusa. Chiunque avrà l’onore e l’onere di sedere sugli scranni di Palazzo degli Elefanti agisca in maniera concreta abbandonando facili proclami preelettorali, ridicoli pettegolezzi e inutili guerre di quartiere.

E aiuti, se e quando sarà necessario, questo club. Patrimonio della città e dei catanesi. Orgoglio di un popolo, quello rossazzurro, che oggi più che mai, non solo nel calcio, invoca riscatto. Una nuova rinascita. Come quella che oggi ci ha regalato il Catania.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA