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LA FESTA DELLA MAMMA

Mamme in redazione/2: io che vivo in una regione che non è nostra “amica”

Il percorso di una mamma che lavora (soprattutto se non ha una rete familiare ad aiutarla) può essere complicato, difficile, una corsa in cerca di equilibrio tra felicità e frustrazione

Di Ombretta Grasso |

Deve essere perché ho Mercurio contro questa settimana. Non certo perché vivo in un Paese che non aiuta le donne, in una regione che non è “amica delle mamme”, al terzultimo posto della classifica Istat, perché nella mia città è un’avventura camminare con il passeggino, il parco dei bimbi è un quadrato con 6 giochi (uno già rotto) mentre a fianco ci sono spazi enormi per i cani, o è alla Villa, piccolo, buio e davanti ai bagni pubblici. E neanche perché nonostante tutto questo parlare di mamme e di figli che non ci sono è chiaro che qualcosa non funziona.

Deve essere colpa di Mercurio se in questi ultimi giorni (o dovrei dire anni?) ho faticato a conciliare lavoro e pargoletto, mollando il piccolo al baby parking, pranzando entrambi con una pizzetta perché non avevo tempo, o trascinandolo con me in redazione, così – mi sono detta – mentre lui mangia o guarda i cartoni sul telefonino, io posso stare davanti al computer. Cercando di fare tutto, prima di capire che il tempo per il bambino, per il lavoro, per la casa, per la famiglia, per i genitori e per me stessa non sarebbe bastato mai.

Percorso difficile

L’ha detto anche il Papa: una madre non deve scegliere tra lavoro e figli. Ma il percorso di una mamma che lavora (soprattutto se non ha una rete familiare ad aiutarla) può essere complicato, difficile, una corsa in cerca di equilibrio tra felicità e frustrazione. Una donna su cinque (secondo il report di Save the children “Le Equilibriste – La maternità in Italia 2024”) smette di lavorare quando diventa madre.I confronti con gli altri Paesi sono imbarazzanti. Nel nostro mancano servizi, strutture pubbliche di accoglienza per l’infanzia con orari flessibili e con costi non da nababbi. Flessibilità di orari di scuola e lavoro che faciliterebbe la vita dei genitori, quindi anche degli uomini. Per trovare un modello basta andare a Bolzano dove c’è un investimento costante per sostenere le famiglie. E dove, in un Paese che non vede il futuro e litiga sulla Festa della natalità, nascono tanti bambini.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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