Editoriali
Le fiamme di Pantelleria e l’Italia che brucia: non giriamoci dall’altra parte
Stavolta è successo a me ma domani può succedere ovunque e noi non possiamo più permetterlo
No, io non mi rassegno. Non mi arrendo e non mi accontento delle solite spiegazioni. Il riscaldamento globale, la siccità, l’estate più rovente di sempre, lo scirocco che soffia potente e feroce. E dunque… e dunque basta un fiammifero, un gesto di incuria, un leggerezza o forse il divertimento di qualche svitato ed ecco che gli incendi dilagano. Ecco che il nostro meraviglioso Sud arde sotto i nostri sguardi assuefatti estate dopo estate.
Ma questa volta ad andare in fumo è un pezzo di cuore. È il luogo della gioia e della quiete atteso tutto l’anno e ritrovato palpitando appena si può scappare in ferie. È Pantelleria. La nostra isola. È ’na cosa grande pe’ mme, come diceva Domenico Modugno. E l’altra notte l’ho vista andare a fuoco sotto i miei occhi impotenti.
Aggrappata al cellulare, nella speranza di poter dare l’allarme e salvare la terra tanto amata che circonda il nostro dammuso, ho ben presto capito che eravamo di fronte alla tempesta perfetta: terra secca, forte scirocco e la notte che cadeva rendendo impossibile l’arrivo di canadair e elicotteri. Tutto calcolato per la distruzione più totale.
Incuria? Dolo? Calcolo cinico e criminale? Poco importa ormai mentre si cammina tra la cenere e si contano i danni con il cuore a pezzi resta la certezza che anno dopo anno l’Italia brucia se stessa, e noi ci giriamo dall’altra parte finché le lingue di fuoco non arrivano a lambire il tetto di casa nostra.
Stavolta è successo a me ma domani può succedere ovunque e noi non possiamo più permetterlo. Dobbiamo fare la nostra parte. Isolare chi uccide la bellezza e ringraziare con infinita gratitudine chi la protegge. A Pantelleria ho visto uomini lottare contro il fuoco per salvare le nostre case. Erano i vigili del fuoco e quelli della Protezione civile che rischiavano la vita per mettere al riparo dalla stupidità, dalla follia e dalla indifferenza di pochi, pezzi di paradiso che appartengono a tutti noi. Pantelleria è di chi la abita, di chi la ama come me e di chi la scoprirà domani. E continuerà ad abbracciarci, stregarci e stupirci solo se sapremo rispettarla, onorarla e difenderla. E con lei l’Italia intera.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA