L'INTERVENTO
L’altro referendum per il diritto di scegliere chi siede in Parlamento
Perché si oscura la battaglia per cambiare la legge elettorale?
Da circa due mesi, insieme agli altri fondatori nonché ai volontari aderenti al Referendum per la Rappresentanza “Io Voglio Scegliere”, abbiamo avviato la raccolta delle firme per restituire agli italiani il diritto di scelta dei propri parlamentari, da oltre 18 anni usurpato dai leader dei partiti, divisi su tutto, tranne che sulla difesa di questo specifico privilegio, peraltro chiaramente incostituzionale.
In tutto questo tempo abbiamo riscontrato però le conseguenze di una chiara congiura del silenzio, oltre che da parte dei partiti, anche dei media, specialmente nazionali che, a differenza degli altri Referendum, hanno ignorato del tutto il nostro, che per i temi trattati e gli obiettivi perseguiti, risulta di fondamentale importanza per la difesa della Democrazia nel nostro Paese. E la differenza è palese, laddove si consideri che grazie al sostegno di sindacati, partiti e media il referendum abrogativo dell’Autonomia Differenziata, anche con personale mio profondo piacere avendolo sostenuto con convinzione, ha in poche settimane raggiunto l’obiettivo delle 500.000 firme, ed è ancora in corsa per il raddoppio.
Quindi solo il Referendum “Io Voglio Scegliere” non ha il diritto di essere sostenuto dai media nazionali? E perché? Forse perché non si vuole togliere ai cerchi magici dei partiti, ridotti a patetici comitati elettorali, il privilegio di scegliere tra di loro i meritevoli di sedersi nei seggi parlamentari? O perché da oltre 18 anni questo abuso incostituzionale non può essere eliminato, perché la totale assenza di democrazia interna ai partiti non potrebbe tollerare parlamentari liberamente eletti?
Qualunque siano le ragioni, in ogni caso prive di etica e di rispetto della Carta Costituzionale, rimane il fatto che l’unico vero referendum pensato per restituire i diritti costituzionali ai cittadini e cioè “Io Voglio Scegliere” è fino ad oggi stato marginalizzato ed ignorato, nonché nascosto alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica nazionale.
E che sia così lo conferma l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 19 agosto scorso, a firma Stefano Passigli, con cui l’autore ha messo in luce e criticato «le gravissime responsabilità dei partiti e gli errori nel modificare le leggi elettorali, tra cui le liste bloccate nel 2005, a danno degli elettori, è stato indubbiamente uno dei principali fattori che hanno contribuito alla caduta di partecipazione politica» e quindi alla crisi dell’astensionismo. Ma come si può interpretare un articolo di tale portata critica e del tutto condivisibile, che si conclude senza fare alcun minimo accenno alla esistenza del referendum che già da mesi operava ed ancora opera proprio per ribaltare tale assetto antidemocratico del nostro sistema elettorale?
A che serve fare una analisi puntuale e del tutto condivisibile, ignorando l’iniziativa referendaria avviata da liberi cittadini che, al di fuori dei partiti, e provenienti dalle più varie esperienze culturali e politiche, animanti unicamente dalla volontà e spirito di difesa della Democrazia, hanno avviato una iniziativa per risolvere un problema che riguarda tutti i cittadini italiani, in merito alla crisi della rappresentanza e della partecipazione, e che è unico fra tutti i referendum che può realmente cambiare la narrazione?
Siamo agli sgoccioli del tempo rimasto per raccogliere le firme, ma credo nei miracoli, anche di quelli laici, e chiedo utile e giusto offrire a questo autorevole quotidiano il sostegno al referendum “Io voglio Scegliere”, portandolo alla conoscenza del maggior numero possibile di italiani che, finora, non hanno avuto alcuna informazione in merito, ma che – sono certo – saranno interessati ad ottenere la restituzione dei loro diritti costituzionali di scelta dei propri parlamentari.
Ritengo che non ci sarebbe stata mai l’approvazione di una riforma come l’Autonomia Differenziata se avessimo avuto parlamentari eletti dai cittadini e non nominati dai leader dei partiti. Questa è la prova che bisogna tornare al diritto di scelta, e alla libertà di azione dei parlamentari, prendendo atto che non esiste più un potere legislativo libero nel nostro Paese.
Infine, vorrei rappresentare l’importanza del referendum “Io Voglio Scegliere” anche per il raggiungimento del quorum, fondamentale anche per la vittoria del Referendum abrogativo dell’Autonomia Differenziata, perché milioni di italiani informati non perderebbero l’occasione di andare a votare per riaffermare i loro diritti costituzionali.
Il senso e i contenuti di questo referendum costituiscono la madre di tutte le questioni che riguardano la nostra Democrazia ammalorata.
*Nicola Bono, già deputato e sottosegretario per i Beni e le attività culturaliCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA