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L'analisi

Il peso delle parole dal Vaticano a Caltanissetta

Il mito di Cronos è in agguato per genitori, maestri e guide spirituali

Di Agatino Cariola |

La prima osservazione, quasi spontanea alla mente, è che la Chiesa cattolica e tutto quanto la riguardi interessano tutti, credenti e non, praticanti osservanti e cattolici delle sole feste comandate e dei funerali, atei e semplici indifferenti. La pretesa della stessa Chiesa di svolgere una funzione di indirizzo morale – madre di umanità, come la definiva Papa Roncalli – ma anche la precisazione di don Milani secondo cui i cristiani mettono qualcosa in più in tutto quanto fanno, alla fine rendono la Chiesa stessa responsabile per intero di quanto fanno i suoi appartenenti, specie se si tratta delle persone che vi esercitano un ruolo.Così, sono di interesse per tutti le vicende di Papa Francesco il quale si lascia andare a parlare di frociaggine nella Chiesa e, a chilometri di distanza, il vescovo di Caltanissetta che sabato mattina in un incontro con i sacerdoti e i laici della sua diocesi, alla presenza del segretario di Stato, cardinale Parolin, ha insistito sull’uso del termine «miei preti» e si è spinto a dire che quella Chiesa è la «sua sposa» e che la «può bastonare». Si tratta di vicende diverse accomunate solo dall’uso affrettato di termini ed immagini decisamente di altri termini.

Personalmente ritengo che Papa Bergoglio abbia posto un problema serio e cioè che la Chiesa cattolica deve ancora continuare la sua riflessione sulla sessualità. Nel 1992 apparve un libro dedicato alla regolazione giuridica del sesso, scritto da Richard Posner, un giudice federale americano tra i fondatori della teoria economica del diritto. E lì sta la ripetuta osservazione che nella Chiesa, sebbene formalmente contraria all’omosessualità, si ritrovassero molti omosessuali, a dire il vero – si capisce dal libro – persone che ancora non si accettavano per quello che erano, costrette a dissimulare la loro scelta sessuale. Quel tempo è certamente e fortunatamente passato, almeno in Occidente. E tutti auspichiamo un tempo in cui la scelta sessuale sia effettivamente indifferente, frutto della volontà individuale.

La Chiesa cattolica conserva, però, il ricordo della sua responsabilità – per così dire – sociale (oltre che giuridica) per tutte le vicende di abusi sessuali del clero, nelle varie occasioni. Bergoglio ha posto un problema, che riguarda i preti omosessuali come quelli eterosessuali: in un certo senso ha posto anche a se stesso il problema della sessualità del clero. Con un termine improprio, ma nella consapevolezza di non negarlo.

Tutto diverso il caso di Caltanissetta: un vescovo rimane al servizio della Chiesa e non ci sono aggettivi possessivi a qualificare il suo impegno. Non ci sono affatto preti dell’uno o dell’altro, così come si consenta l’esempio – i figli non sono nostri e il compito dei genitori è solo quello di soffiare vento sulle loro ali (come si dice in una canzone di Baglioni sui rapporti tra padre e figlio), di insegnar loro ed incoraggiarli a fare da soli e a sviluppare tutte le loro potenzialità. Il mito di Cronos – sempre a citare i classici – è in agguato per genitori, per maestri, per guide spirituali e… per vescovi. Occorre esserne consapevoli ed esercitare su noi stessi la necessaria attenzione.

E nella Chiesa non si bastona nessuno, almeno non lo si fa più. Il pastorale accompagna l’esercizio del potere vescovile. È un’immagine consueta. Il pastorale ricorda il bastone di Mosè che dà il passo per sé e per il popolo uscito dalla schiavitù, è quindi legato al viaggio che si richiede al pastore, è l’aiuto che sostiene il cammino soprattutto di chi lo imbraccia, il simbolo quindi della guida che si svolge assieme al popolo ed a fianco di ogni persona. A volte il pastorale assume l’immagine della croce a significare la disponibilità al sacrificio personale.

I simboli hanno la loro importanza e vanno spiegati. Prima ancora di essere improprio, ogni corto circuito comunicativo è rischioso.

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