L'analisi
Di munnizza, siccità e roghi, di rimpasti e altri disastri
Domani l’ordinanza del commissario Schifani (messo in discussione dagli ambientalisti che chiedono a Mattarella la revoca della nomina) risolverà per qualche tempo il problema. In attesa che si ripresenti, identico a se stesso
Anche ieri il disastro di Lentini si risolve domani. E siamo tutti lì ad aspettare l’ordinanza-tampone che metta una pezza a una crisi a sua volta nata dal ritardo di un altro atto «temporaneo». In Sicilia, sui rifiuti, è così da quasi un trentennio. Uno stato d’emergenza perenne, una sequela di commissari straordinari e di straordinarie promesse; un infinito fallimento trasversale.
Così, analizzando la “filiera” che ha portato alla chiusura dell’impianto di Sicula Trasporti, si scopre che all’ultimatum del gip di Catania (24 ore per scongiurare lo stop) l’assessore Di Mauro ha risposto chiedendo «10/15 giorni» di tempo per l’«emissione di un provvedimento» che consenta «il prosieguo temporaneo (ovviamente, ndr) dell’attività». E anche se lo scenario è l’immondizia che travolgerà 200 comuni dell’Isola, citando l’istanza al giudice, c’è sempre un «confronto» da espletare, un «tavolo tecnico» da officiare. Mai fare oggi ciò che si può rimandare a domani.
Domani l’ordinanza del commissario Schifani (messo in discussione dagli ambientalisti che chiedono a Mattarella la revoca della nomina) risolverà per qualche tempo il problema. In attesa che si ripresenti, identico a se stesso.
Così è per la siccità che asseta la Sicilia, della quale i media nazionali mostrano solo suggestive immagini da documentario sull’Africa. Dopo il via libera allo stato di emergenza nazionale s’è consumato lo scaricabarile fatale. Palermo chiama Roma. Che non risponde. Però, anche qui, abbondano le cabine di regia e i tavoli vari. Proprio come quello di ieri al ministero dell’Ambiente per «individuare (a fine giugno, ndr) iniziative e interventi al contrasto del fenomeno incendi in Sicilia».
Tanto il tempo c’è. Dopo il fermo biologico per le Europee, ora – dopo lunga misurazione di chi ce l’ha più lungo (il consenso) – si aspetta il rimpasto della giunta regionale. Chi parte, chi arriva, chi non sa che fare. Incroci in terminal diversi. Ma con un unico effetto: l’immobilismo. Ferragosto, peraltro, è già dietro l’angolo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA