L'opinione
Cresce come sempre in estate l’esercito degli stagionali, ma il lavoro è sempre incerto
Un'armata da oltre un milione di individui: questi i numeri per tanti mestieri legati nel 60% dei casi alle vacanze estive nel 2023. E nella sola Sicilia sono stati 473mila
Bagnini, lavoratori di stabilimenti balneari, animatori e baby-sitter di villaggi turistici, istruttori di fitness in spiaggia e a mare, ma anche di sup, paddle, surf e kitesurf. Barman, camerieri, cuochi e lavoratori in trattorie. Guide turistiche, alpine e operatori “della montagna”. Lavoratori in festival, fiere e concerti; fotografi, ballerini e cantanti. È l’esercito dei “lavoratori stagionali”, che rendono più rilassanti, sicure e divertenti le vacanze degli italiani, venendo incontro alle più disparate esigenze delle famiglie. Il 60% opera nei settori alloggio e ristorazione; l’11% in attività artistiche, intrattenimento e divertimento; il 7% in agenzie viaggi, noleggio e servizi alle imprese.
Nel 2023 in Italia oltre un milione di lavoratori stagionali
A loro sono equiparati gli stagionali in agricoltura, ma quella è un’altra storia. Lì spesso si annida il fenomeno del caporalato, una vera e propria piaga sociale al Sud.Stagionali e temporanei rappresentano una percentuale fra il 10% e l’11% della forza lavoro in tutta Europa. In base ai dati dell’Osservatorio Statistico dell’INPS, in Italia nel 2023 i lavoratori stagionali sono stati 1.045.037 pari al 12,72% del totale occupati. Il loro maggiore impiego è stato nel quadrimestre aprile-luglio. Nel corso degli anni (2018-2023), il lavoro stagionale è cresciuto del 58%. Significativa pure la percentuale di giovani, under 29: pari al 38,83% di tutti gli stagionali nel 2023, è aumentata di anno in anno, smentendo quindi due narrazioni dominanti. La prima è che i giovani non vogliano lavorare e preferiscano oziare, soprattutto in estate. La seconda è che il reddito di cittadinanza, quando era vigente, interferiva pesantemente con le richieste di lavoro degli imprenditori, soprattutto della ristorazione, impossibilitati a trovare manodopera nei picchi di maggiore attività.
Il fabbisogno stimato e le piattaforme specializzate
Se cresce in generale l’impiego degli stagionali, bisogna trovare altrove la spiegazione sul perché, ancora oggi, la maggior parte dei fabbisogni delle imprese non è pienamente soddisfatta.Ad esempio, in base alle ultime rilevazioni della banca dati Excelsior-Unioncamere, per il periodo luglio-settembre 2024 si prevede un fabbisogno di 213.660 esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, ma solo il 47,3% verrà soddisfatto. Un lavoro su due non verrà assegnato. Tra i motivi addotti dalle imprese: la mancanza di candidati (68,5%) e la preparazione inadeguata (21%). In realtà, gli imprenditori hanno ancora scarsa familiarità con piattaforme digitali specializzate come JoJolly, Jobby, Agrijobs e Indeed. Non sempre poi si rivolgono alle agenzie per il lavoro.A parte il complesso tema delle tutele e garanzie contrattuali – sul rispetto delle quali vigilano le organizzazioni sindacali, l’Ispettorato del Lavoro (che però è carente di personale per effettuare più efficaci controlli) e la Guardia di Finanza (che agisce solo sulla base di segnalazioni) – il “mismatch” fra domanda e offerta di lavoro stagionale va analizzato da altri punti di vista.
Uno stipendio medio di 1.000 euro al mese
Come per le altre tipologie di lavoro, ad esempio tempo determinato e part-time, i potenziali candidati sono attenti a molti aspetti, secondo la piattaforma Lavoro Turismo: ricerca di benessere (66.9%), livelli retributivi (52,2%), bilanciamento fra lavoro e vita privata (35,8%), valorizzazione personale (30,1%), durata dell’impiego (17,7%), formazione ricevuta (15,2%) e sicurezza del lavoro (12,7%). La retribuzione è dunque al secondo posto fra i motivi presi in considerazione. Dipende dalle figure professionali contrattualizzate, ma mediamente lo stipendio si attesta intorno a 1.000 euro al mese, escludendo i casi (irregolari) in cui la paga avviene in contanti, ma il lavoro è richiesto ed esercitato in nero.Per i giovani, si dice, il lavoro stagionale rappresenta una buona opportunità per fare esperienza, conoscere le dinamiche organizzative interne di un’azienda, relazionarsi con i colleghi e soprattutto avere a che fare con la clientela. Per queste finalità formative, a dire il vero, ci sono soprattutto tirocini e stage attivabili anche in altri momenti dell’anno.Il lavoro stagionale è un impiego a tutti gli effetti, circoscritto ad un determinato periodo e, soprattutto per talune tipologie di attività, servono competenze ben precise. Non si può improvvisare né dall’una né dall’altra parte.
In Sicilia 473mila stagionali nel 2023
In Sicilia, nel 2023 i lavoratori stagionali sono stati 473.148 (dati Osservatorio INPS). La provincia che ha registra il maggior impiego di stagionali è stata Palermo: 117.664. A seguire Catania (99.610) e Messina (70.512).
*Rosario Faraci, professore di Management all’Università degli Studi di Catania, è giornalista pubblicistaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA