Gentili membri dell’Assemblea Regionale Siciliana, in questi giorni il Parlamento Siciliano è impegnato nel disegnare e approvare la legge finanziaria, pertanto ritengo che questo sia un tempo utile a leggere bene questa Sicilia tanto ferita, che rappresentate.
È purtroppo innegabile che vi sia un clima di sfiducia determinato anche dalle recenti dinamiche relative all’uso dei fondi pubblici (su cui la magistratura farà chiarezza attraverso gli accertamenti dovuti), ma altrettanto indubbio è l’esistenza di un avviato dialogo con la società civile come testimoniato ad esempio dagli incontri che con la Comunità di Sant’Egidio ho avuto con molti di voi in questi anni, sempre volti ad una migliore incisività sulle politiche finalizzate al contrasto della povertà. Il dialogo dunque si configura come strumento indispensabile per creare un focus unico e centrale sul quale lavorare ovvero il benessere dei cittadini.
Con questo prerequisito possiamo immaginare una legge finanziaria che promuova o rinnovi un patto di trasparenza e di esclusivo interesse dei siciliani.
Guardando la Sicilia alla fine di questo anno vediamo una terra mutata anche nei bisogni, ma che ha fatto emergere alcune priorità.
In primo luogo l’ascolto va rivolto ai tanti bambini, italiani e stranieri, che chiedono di essere accolti in scuole che siano sicure e non fatiscenti, cercando buona istruzione in una terra che detiene ancora il triste primato del più alto tasso di dispersione scolastica d’Italia. Chiedono con forza pace nel mondo e anche in città.
A volte, come nel caso della piccola Yasmine, chiedono di avere salva la propria vita. Quanto avrà urlato e pianto Yasmine, 11 anni, da sola in balia delle onde per tre lunghi giorni al largo del mare di Lampedusa! Sono urla e lacrime di dolore che hanno attraversato il Mediterraneo e si sono infrante sulle nostre coste. Non possiamo ignorare tutta quella sofferenza e la richiesta di aiuto di una bambina.
Yasmine vuole un futuro e, come lei, tanti dei nostri giovani ne sono alla ricerca. Se non saremo in grado di prestare ascolto alla “straniera” Yasmine non sapremo neanche ascoltare e consolare i tanti ragazzi che il futuro lo vogliono immaginare in questa nostra terra di Sicilia.
Proprio in questi giorni sono venuto a conoscenza di un’associazione di giovani della piccola Aragona, nell’Agrigentino, che chiedono con forza il riconoscimento del loro “diritto di restare”, diventando i portavoce anche di chi al contrario, ha dovuto lasciare l’amata terra d’origine allo scopo di cercare fortuna altrove.
Continuando a descrivere il quadro siciliano odierno in questi giorni abbiamo appreso anche che la popolazione della Sicilia è scesa sotto i 4,8 milioni di abitanti.
All’interno della nostra popolazione un tema rilevante è quello dei giovani e della loro occupazione, consapevoli che la nostra isola, ad esempio, è tornata ad avere un alto numero di Neet (un tasso quasi del 45%) e una disoccupazione giovanile del 31,2% (Istat).
La cd “legge sulla povertà”, che il Presidente Schifani si è impegnato a rifinanziare, è un ottimo strumento per iniziare a rispondere ad alcune di queste necessità come l’emergenza alimentare, quella abitativa e sociale, ma va ancora più rafforzata.
Tra i problemi da affrontare c’è anche il tema della vivibilità nelle nostre città. Il Sole 24 Ore, stilando la lista delle 107 città più vivibili d’Italia, inserisce nelle ultime 25 posizioni esclusivamente città meridionali e, tra queste Catania (83); Trapani (85), Messina (91), Agrigento (96), Enna (97), Caltanissetta (98), Palermo (100), Siracusa (104).
Ecco perché c’è bisogno di un dialogo con tutti i Comuni dell’isola che vanno finanziati secondo necessità e criteri oggettivi, come ad esempio il numero di abitanti. Sarebbe bene curare i rapporti con i sindaci tutti, così da lenire la sfiducia da parte di coloro che rappresentano la mancanza di legami forti con voi deputati, ricordando sempre che trasparenza e giustizia camminano insieme, non parallelamente ma intrecciate.
C’è molto altro da fare per rendere le nostre città più vivibili. Di certo, oltre all’importante tema sulla povertà, l’attenzione deve ricadere anche sui grandi temi relativi alla dispersione scolastica, alla violenza e alla poca sicurezza che si respira, anche a causa del crescente consumo di droghe, in particolare del crack, altamente pericoloso per il tipo di dipendenza che causa e per l’alto numero di persone che ne fanno uso. A tal proposito sarebbe auspicabile recuperare e finanziare la legge voluta da mons. Corrado Lorefice, vescovo di Palermo, che pone l’accento proprio sul tema delle droghe.
Gentili deputati, questa lettera ha l’obiettivo di sostenervi nell’esercizio delle vostre funzioni. Legge sulla povertà, legge contro il Crack e sostegno a tutti i comuni possono essere le vere priorità della prossima finanziaria. Saranno le scelte e la trasparenza che adotterete a riaccendere la fiducia nella vostra azione e nel futuro da vivere in Sicilia.
Nell’augurarvi buon lavoro, ricordate che i prossimi giorni di impegno in Aula verranno seguiti da tanti siciliani, speranzosi di poter leggere una nuova pagina di buona politica che spetta a voi scrivere.
Con fiducia