Catania negli ultimi dieci anni è in coda per qualità della vita, ma è una città imprenditoriale

Di Rosario Faraci* / 05 Gennaio 2024

In occasione di un recente workshop all’interno del ciclo di eventi “Make in South” promosso ad Isola Catania da Antonio Perdichizzi, gli imprenditori e gli innovatori presenti, molti dei quali giovani – che hanno dato vita ad una coalizione – ci hanno chiesto se Catania, ed estensivamente il suo territorio, sia una città imprenditoriale.
Catania, etichettata nel tempo come Etna Valley, Milano del Sud, Seattle d’Italia, è prima di tutto una città imprenditoriale? Domanda intrigante e non facile, perché vanno colte diverse sfumature del significato di imprenditorialità. Se dovessimo riferirci unicamente alle indagini di fine anno pubblicate dai principali quotidiani economico-finanziari del Paese, Catania e il suo territorio sarebbero da cestinare per qualità della vita. Al 103° posto per Italia Oggi, la provincia etnea risulta al 92° per Il Sole 24 Ore. Il rapporto sul ben-vivere pubblicato dal prof. Leonardo Becchetti la colloca alla 97° posizione, però almeno aggrega e pondera i dati in modo più puntuale rispetto alle due altre indagini.
L’imprenditorialità è una delle dimensioni con cui si misura la qualità della vita di un territorio. Proprio esaminando quelle graduatorie, Catania però non è poi messa così male nelle metriche. Sesta in Italia per tasso di iscrizione netto nel registro delle imprese, è sedicesima per numero di imprese giovanili (i cui titolari sono under 35) ogni cento imprese registrate. Ancora, è quattordicesima per cessazioni ogni 100mila imprese attive ed è 22sima per numero di startup innovative ogni mille società di capitali.
Non sono però gli ultimi indicatori sullo stato di salute a giustificare facili entusiasmi o al contrario alimentare giudizi disfattisti. È allo stile di vita complessivo che bisogna guardare. Per avere un termine di paragone, non si può stare dietro ossessivamente alla misurazione dei livelli di glicemia, colesterolo e trigliceridi nel sangue senza capire prima se lo stile di vita di una persona sia corretto. Ce lo insegnano i medici. Identica cosa vale per le imprese di un territorio. Bisogna leggere l’andamento dei numeri nel tempo.
Così, in quel pomeriggio pre-natalizio trascorso piacevolmente ad Isola Catania, abbiamo provato a guardare dentro il territorio di Catania negli ultimi 10 anni, esplorando e misurando varie dimensioni della imprenditorialità.
Cominciando dalla dimensione generativa del fenomeno, ovvero le nuove imprese. In dieci anni, sul totale delle imprese esistenti la nuova imprenditorialità è stata mediamente del 5,80%, ad un tasso superiore alle medie italiana (5,75%) e regionale (5,52%). Analogamente, l’andamento delle imprese registrate al sistema camerale è stato positivo: è cresciuto del 5,91%, in misura superiore alla media regionale (4,15%) e di gran lunga a quella nazionale (-0,70%).
A Catania dunque si fa impresa. Per amore, per necessità o per caso, non lo sappiamo con precisione. Ma comunque si fa impresa e questa è già una prima costatazione.
Poi abbiamo letto l’imprenditorialità interna, ovvero se e quanto crescono le imprese esistenti. Con l’aiuto di una banca dati posseduta dall’Università di Catania, abbiamo esaminato un campione di 3.000 imprese con fatturato superiore al milione di euro, escludendo quelle poste in liquidazione. Si tratta in fondo di imprese piccole, perché mediamente fatturano 4,2 milioni di euro all’anno per un numero di dipendenti pari a 20. Nell’ultimo decennio, però, sono cresciute di anno in anno in termini di fatturato (+8,78%), dipendenti (+7,73%) e marginalità sui ricavi (+13,49%). Pure questa è una seconda costatazione. Parziale, perché bisogna osservare anche le imprese al di sotto di 1 milione di fatturato, ma comunque è un riscontro.
Abbiamo esaminato l’imprenditorialità esterna, cioè quanti nuovi investimenti non catanesi si sono registrati nell’ultimo decennio. I numeri qui non sono facilmente ricostruibili, ma ci sono tante storie da raccontare e sicuramente i programmati investimenti di ST Microelectronics e di 3Sun per i prossimi anni sono un buon segnale per il territorio, la sua economia e l’indotto.
Quella innovativa è infine un’altra dimensione dell’imprenditorialità. Con una media di 21 startup innovative all’anno, nell’ultimo decennio Catania ha registrato sul totale delle società di capitali una media di nuove startup innovative dell’1,28% superiore ai valori medi nazionale (1,06%) e regionale (0,96%).
Dunque, Catania è imprenditoriale? Sarebbe il caso di dire proprio di sì!

*giornalista pubblicista, insegna Principi di Management e Business Model Innovation all’Università degli Studi di Catania

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Pubblicato da:
Francesca Aglieri