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Ars e lo scandalo contributi: l’ipocrisia di chi ostenta il merito per salvare lo stesso metodo
I deputati dell’Ars sono come i bimbi che, sgridati dai genitori per una marachella, si nascondono in cameretta. Giusto il tempo che sbollisca l’ira. E poi rieccoli. A rifare la stessa marachella. Ma più raffinata
I deputati dell’Ars sono come i bimbi che, sgridati dai genitori per una marachella, si nascondono in cameretta. Giusto il tempo che sbollisca l’ira. E poi rieccoli. A rifare la stessa marachella. Ma più raffinata.Vorremmo sbagliarci. Ma potrebbe accadere proprio questo nella giostra natalizia della finanziaria regionale. Durante l’ondata mediatica dello scandalo sui “contributi allegri” a festini e associazioni, i deputati si sono rintanati. Tutti, o quasi, a scandalizzarsi per i soldi alla madre del compagno di scranno; tutti, o quasi, ad annunciare «una svolta» sugli emendamenti-bancomat che distribuiscono fondi (pubblici) a destinatari (privati) senza bandi né graduatorie, ma per volontà di un singolo deputato.
«Ma non siamo tutti uguali», è la tesi difensiva. Di chi sbandiera che il proprio “budget” sia stato utilizzato per «realtà meritevoli». E chi lo stabilisce, se non un’“autocertificazione” del deputato? Ma, anche se fosse così, il punto è un altro. Oltre all’associazione in trincea contro il crack finanziata da La Vardera (per citare chi ha avuto il merito di accendere i riflettori nazionali con l’audio-shock delle minacce di Auteri), quante ce ne sono, altrettanto meritevoli, senza la fortuna di essere stimate da un deputato?Questo giornale, prima che diventasse argomento da salotto tv, ha smascherato decine di casi (trasversali) di fondi ad amici degli amici. Denunciando il merito degli atti, ma soprattutto il metodo. Cifre alla mano: in finanziaria 2024 tesoretto di 500mila euro a ogni deputato di maggioranza e 300mila a testa nelle opposizioni; rispettivamente 800mila e 500mila euro nella manovrina estiva.
E ora che succede? Il presidente Galvagno ci ha messo la faccia, annunciando lo stop ai fondi alle singole associazioni. Ma scatta il piano B: questi soldi l’Ars li darà ai Comuni e saranno loro a decidere chi finanziare. È la marachella più raffinata. Ostentando il merito per salvare il metodo. Perché il sindaco di Roccacannuccia dovrà restare a bocca asciutta, mentre tanti altri colleghi (compresi quelli che siedono all’Ars) faranno incetta di «fondi territoriali»? A Sala d’Ercole si vocifera di 60 milioni «a disposizione del parlamento». Come saranno usati? A chi andranno? Noi vigileremo. Con l’amara certezza che per la soluzione più equa gli strumenti ci sono già: tante leggi regionali definanziate o mai applicate. Nulla da inventare: rimpinguare i fondi per spettacoli e cultura, assegnare un plafond al turismo e poi distribuire le risorse con bandi trasparenti. Di certo le «realtà meritevoli» saranno tutte premiate. Ma è probabile che non andrà così.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA