CATANIA – La Conferenza Unificata ha dato il via libera, il ministro per la Coesione terrirotiale Claudio De Vincenti ha detto che il decreto del presidente del Consiglio dei ministri per le Zone economiche speciali sarà varato «nei tempi previsti» e al Sud, soprattutto in Sicilia, c’è grande attesa per il varo delle Zes.
Ma cosa sono esattamente queste Zone economiche speciali e che vantaggi hanno? Per capirci meglio, si tratta di iniziative già abbastanza diffuse all’estero e la più famosa e sviluppata è probabilmente quella di Dubai. Nel nostro Paese sono state individuate soprattuto aree del Sud collegate a zone portuali che saranno destinatarie di importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative, che nelle intenzioni del governo dovrebbero consentire lo sviluppo di imprese già insediate o che si insedieranno, attraendo anche investimenti dall’estero.
E come funzionano nelle pratica queste aree a tassazione agevolata? Il ministro De vincenti ha spiegato che le Zone Economiche Speciali vanno intese «come aree geograficamente limitate e chiaramente identificate, nelle quali le imprese potranno beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo territoriale (credito d’imposta per investimenti fino a 50 milioni di euro e semplificazioni amministrative per favorire gli investimenti)».
De Vincenti ha detto che sulla base delle esperienze internazionali e nazionali, «sono state previste misure incentivanti per investimenti strategici in grado di attrarre grandi imprese nazionali e multinazionali nelle aree portuali e retro-portuali del Mezzogiorno, aumentare il livello di occupazione, incrementare l’attrattività nelle regioni interessate, creare nuovi modelli di produzione e diversificazione economica».
Al fine di attuare le misure per lo sviluppo industriale, ogni singola proposta di ZES avrà un proprio Piano Strategico per consentire alle imprese già esistenti ed alle nuove che si insedieranno, l’avvio del programma di investimenti. Le proposte, in base a quanto prevede il dpcm, potranno essere formulate dalle Regioni interessate dal provvedimento: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
In Sicilia si parla dell’area portuale di Catania-Augusta-Siracusa e di quella di Palermo-Termini Imerese. Potrà darsi anche il caso che alla Zes vengano accluse aree territoriali non direttamente adiacenti all’area principale, purché ci sia però un nesso economico funzionale con la zona portuale.
Come già accennato l’istituzione di una Zes porta come conseguenza principale la possibilità per le imprese di sfruttare importanti agevolazioni fiscali e di beneficiare di rilevanti semplificazioni di carattere amministrativo e burocratico. È prevista inoltre l’applicazione, in relazione agli investimenti effettuati nella Zes, di un credito d’imposta proporzionale al costo dei beni acquistati, entro il 31 dicembre 2020, nel limite massimo, per ciascun progetto d’investimento, di 50 milioni di euro. Per ottenere questi benefici però le imprese devono mantenere le attività nella Zes per almeno cinque anni successivi al completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi e goduti, e non devono essere in liquidazione o in fase di scioglimento.
Per la nascita e lo sviluppo delle Zes, al momento, il decreto Sud prevede uno stanziamento di circa 200 milioni di euro, da utilizzare tra il 2018 e il 2020.