ROMA, 05 MAG – “È da auspicarsi, al fine di fornire
un’efficace risposta alle trasformazioni demografiche e sociali
che investono il Paese, la realizzazione ordinata di un sistema
di welfare integrato che sappia sfruttare i vantaggi derivanti
da possibili sinergie da un lato, tra i diversi settori della
previdenza, dell’assistenza e della sanità, e, dall’altro, tra
il settore privato e quello pubblico”. A sottolinearlo il
presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione
(Covip) Mario Padula, ascoltato nella Bicamerale sugli Enti di
previdenza, precisando che, in tale scenario, “i fondi pensione,
oltre a costituire un modello per i fondi sanitari integrativi,
potrebbero anche essere presi in considerazione perché siano
ampliate le loro stesse funzioni nella direzione di un welfare
integrato: ciò eventualmente – prosegue – anche tramite la
costituzione di strutture di gruppo, nelle quali le parti
sociali mantengano comunque un ruolo centrale nell’assicurare la
governance complessiva e il coordinamento; strutture peraltro
diffuse in paesi dove i fondi pensione sono da tempo molto
sviluppati”, come i Paesi Bassi. Per il vertice della Covip,
“nonostante il gran numero di fondi sanitari operanti sul
mercato, il settore dei fondi sanitari integrativi non è ancora
adeguatamente regolato, né efficacemente vigilato. In tale
contesto risulta necessario disporre di un adeguato sistema dei
controlli, volto a presidiare la sana e prudente gestione dei
fondi sanitari, ad assicurare appropriati standard di
trasparenza e correttezza dei comportamenti degli operatori,
nonché ad individuare e contrastare eventuali condotte elusive,
o scorrette rispetto alle finalità da perseguire; finalità che
giustificano anche i benefici fiscali attribuiti”, ha concluso.