ROMA, 27 GEN – Dopo il brusco stop del 2020 (quando il saldo si fermò a solo +19mila) e il rimbalzo del 2021 (+87mila), con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure delle imprese torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 48mila attività rispetto all’anno precedente. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,8% che, al netto del +1,42% del 2021, rappresenta il dato migliore dell’ultimo decennio. E’quanto emerge dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio. Il contributo più rilevante al risultato annuale è venuto dal settore delle costruzioni, cui si deve oltre il 40% del saldo nazionale. Le nascite di nuove aziende sono però diminuite del 6% rispetto al 2021 e si è accentuato il numero delle cessazioni (+7,5%), con valori assoluti (313mila nuove aperture e 265mila chiusure) in entrambi i casi tra i più contenuti degli ultimi qundici anni. “Dopo il rimbalzo, anche in termini di crescita imprenditoriale, registrato nel 2021, il saldo tra iscrizioni e cessazioni del 2022 è il miglior risultato in valori assoluti e in termini percentuali dal 2011”, sottolinea il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli. “Un terzo del saldo del 2022 si deve alle imprese del Mezzogiorno, aumentate di oltre 17mila unità soprattutto grazie alla spinta delle costruzioni (che proprio al Sud segnano il tasso di crescita più elevato, +2,61%), e alla ripresa del turismo (+1,76% a fronte di un dato medio del +0,85%)”.