Turismo, quanto pesa l’assenza degli stranieri in Sicilia

Di Redazione / 27 Settembre 2020

PALERMO – Dal ruolo dell’informazione per il rilancio dell’immagine della Sicilia al crollo del turismo straniero; dal ritardo degli aiuti economici per gli aeroporti allo spazio dedicato al turismo azzurro già inserito nella legge regionale della pesca. Ma anche il focus sui nuovi turismi e sul turismo rurale, sui progetti per il turismo religioso e per il mercato destinato alla disabilità con l’adeguamento delle strutture ricettive. E a seguire il workshop B2B con la partecipazione di circa trenta operatori che hanno incontrato circa duecento agenti di viaggio siciliani.

E’ stata una giornata densa di appuntamenti a Travelexpo, la borsa mondiale dei turismi in corso di svolgimento al resort di Città del Mare a Terrasini, in provincia di Palermo. Giorgio Palmucci, presidente dell’Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, ha confermato che i dati indicano «una ripresa turistica per le città in riva al mare e per le località vicine ai laghi e in montagna, soffrono invece le città d’arte e quelle dove gli ospiti sono in prevalenza stranieri».

In Sicilia, ad esempio, è Taormina una delle mete più in difficoltà: «L’assenza dei turisti americani – continua Palmucci – che rappresentano assieme ai cinesi i viaggiatori che la preferiscono, ha costretto gli operatori a rivedere la propria offerta puntando sul turismo di prossimità. Una scelta che può rivelarsi vincente visto che il 50 per cento delle presenze è composto dal turismo domestico: secondo un nostro sondaggio quest’estate il 60 per cento degli italiani è andato in vacanza prenotando nei luoghi dove più si è sentito al sicuro dal Covid. E la Sicilia è stata tra queste destinazioni».

Toti Piscopo, amministratore della Logos Comunicazione e Immagine che organizza la manifestazione, è intervenuto nel corso del dibattito su “Informazione e Comunicazione per la ripresa dell’economia del turismo” sottolineando che «è necessario puntare su un’offerta accessibile e sostenibile. Per anni la Regione ha sprecato tante occasioni senza riuscire a sfruttarle non comprendendo che di turismo si può vivere, è arrivato il momento di cambiare direzione».

Per il rilancio del turismo post lockdown, il ruolo dell’informazione è decisivo anche se «per troppo tempo questo settore è stato trattato come un argomento secondario», ha ammesso il direttore de “La Sicilia”, Antonello Piraneo. «Mai come in questo momento – ha continuato il giornalista – ci stiamo rendendo conto che invece il turismo è un asset strategico dell’economia siciliana e nazionale e che deve essere raccontato in tutti i suoi aspetti, dalla formazione degli addetti all’ospitalità alle denunce per la manca di infrastrutture. La Sicilia può proporre un’offerta variegata coniugando i luoghi del divertimento con quelli della storia, i siti archeologici con il mare e con le bellezze naturali, la scoperta delle città con il vino e l’enogastronomia ma ogni territorio deve capire qual è la sua visione e programmare di conseguenza».

A Travelexpo il presidente della Gesap, Giovanni Scalia, la società che gestisce lo scalo di Palermo, ha sottolineato che «con l’emergenza Covid sono andati perduti ricavi e passeggeri e ancora gli aeroporti non hanno ricevuto nessun aiuto economico per affrontare la crisi ma noi stiamo investendo per migliorare il terminal». Salvatore Ombra, presidente dell’Airgest che controlla l’aeroporto di Trapani ha chiesto di cancellare l’addizionale comunale di dodici milioni a carico degli scali minori mentre Giuseppe Mistretta, presidente della Soaco, società che guida l’aeroporto di Comiso, è necessario puntare sui cargo.

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