IL DECRETO
Stop superbonus e sconto in fattura, ecco gli effetti in Sicilia: tremano 14.000 imprese edili
Confartigianato: «I danni per la nostra Isola sono enormi. Il 110% qui aveva attivato il 70,8% del valore aggiunto del settore, quota di gran lunga superiore a quella media nazionale (58,6%)»
Trema il mondo dell'edilizia in tutta Italia e quindi anche in Sicilia dopo lo stop ai bonus deciso dal governo Meloni. Il decreto di tre soli articoli è già arrivato in Gazzetta e il blocco alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura è già operativo. Uno scossone che spaventa sindacati e imprese. E accende la polemica politica politica.
Ma quali sono gli effetti di questa decisione nell'Isola? Confartigianato Imprese Sicilia, insieme al proprio Osservatorio economico regionale, avvia la conta dei danni per le imprese del mondo delle Costruzioni. «Con lo stop allo sconto in fattura e alla cessione crediti sono a rischio occupazione e investimenti nelle costruzioni. Per l’artigianato siciliano l’allarme pesa sulla platea di 14 mila imprese che danno lavoro a 13 mila dipendenti. Si tratta delle imprese artigiane siciliane del sistema casa su un totale di 54.058 totale imprese artigiane attive in Sicilia nel 2019 (Registro Asia – fonte Istat)».
«Il decreto – spiega Confartigianato Sicilia – di fatto blocca l’esercizio di tutte le cessioni e gli sconti in fattura per tutte le tipologie di bonus edilizi, superbonus 110% compreso che in Sicilia a dicembre 2022 vedeva un ammontare di 4.122 milioni di euro ammessi a detrazione di cui 2.936 milioni di euro per lavori conclusi (71,3%). I danni per la nostra Isola sono enormi. Il superbonus 110% in Sicilia aveva attivato il 70,8% del valore aggiunto del settore, quota di gran lunga superiore a quella media nazionale (58,6%)».
La federazione insieme ad Anaepa (Confartigianato Edilizia) ha lanciato un sondaggio web per dare voce agli imprenditori e cogliere la reale dimensione del fenomeno dei crediti incagliati nei cassetti fiscali e il suo impatto sulle imprese: «L'obiettivo finale è quello di portare questi dati, raccolti e trattati in forma anonima, sui tavoli istituzionali". Le imprese artigiane che vorranno prendere parte all’indagine, potranno farlo attraverso il link https://it.surveymonkey.com/r/ANAEPAConfSic.
«La federazione degli artigiani, in linea con Confartigianato nazionale, si pone fortemente contraria al repentino blocco nella circolazione dei crediti con possibili ricadute su occupazione e investimenti – si legge in una nota -. Resta anche la delusione per l’assenza, in questo DL cessione crediti, di una definitiva soluzione per i crediti incagliati, che si ritiene debba essere ricercata nell’individuare un acquirente di ultima istanza».
«Il sistema della cessione dei crediti dei bonus edilizi – lancia l'allarme Daniele La Porta, presidente di Confartigianato Sicilia – è sempre stato farraginoso sin dall’inizio con tantissime lacune che purtroppo hanno portato inevitabilmente all’affossamento di imprese e famiglie. Con questo DL speravamo in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati che non è arrivata. Inoltre il Governo blocca, tranne in alcuni casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti».
«Lascia anche grandi perplessità, infatti, il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici – sottolinea la nota -. Si tratta di un altro incomprensibile ostacolo. Nei giorni scorsi, l’Anci, l’associazione siciliana dei piccoli Comuni con cui Confartigianato Sicilia ha avviato una collaborazione, aveva avanzato la possibilità per gli Enti locali di procedere all’acquisto di crediti fiscali come strumento strategico per contribuire a superare il blocco dei crediti da parte di banche e intermediari che hanno raggiunto la saturazione della propria capacità fiscale».
«Il tema dei bonus edilizi non ha avuto vita facile, sin dalla sua nascita. Secondo un’analisi svolta dalla direzione Politiche Fiscali di Confartigianato si è creata una ragnatela burocratica di 224 interventi su detrazioni fiscali edilizie e superbonus: nel dettaglio si tratta di 29 interventi legislativi distribuiti su 16 differenti leggi, decreti legge e decreti ministeriali, di cui 24 solo nell’ultimo anno equivalente ad 1 modifica legislativa ogni 16 giorni. Inoltre, si sommano 9 provvedimenti del direttore dell’Agenzia delle entrate e 186 documenti di prassi, costituiti da 6 circolari, 4 risoluzioni, 157 risposte ad interpello e 19 Faq», conclude la nota.
I lavoratori edili della Cgil temono in tutta Italia la perdita di 100mila posti di lavoro e annunciano di essere pronti alla piazza contro la decisione dell’esecutivo. Le associazioni imprenditoriali, grandi e piccole, temono fallimenti a catena. E lanciano un allarme sulla tenuta sociale della scelta fatta. Che il governo difende: «Si doveva intervenire per arginare una situazione abnorme con 110 miliardi per il Superbonus che gravavano sulle casse dello Stato», spiega il viceministro all’Economia Maurizio Leo, l'esperto fiscale più vicino alla premier Giorgia Meloni che parla di intervento mirato.
«La responsabilità di quello che è accaduto – afferma anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani – è del governo Conte, del governo dei 5 stelle, siamo stati costretti». Al fianco della decisione-blitz il governo mostra comunque il ramoscello d’ulivo del confronto con le associazioni di categoria interessate. Saranno convocate per lunedì pomeriggio: servirà al governo per spiegare le ragioni e ad ascoltare con attenzione. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA