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Sorpresa, l’economia siciliana cresce più della media italiana: cosa dice il report

I dati emergono dal bollettino di aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia presentato a Palermo

Di Redazione |

Più luci che ombre per l’economia in Sicilia nei primi sei mesi di quest’anno. Il Pil è cresciuto di circa un punto percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con una variazione superiore alla media nazionale e del Sud.

Pur beneficiando dello stimolo del Pnrr, la quota di imprese che ha rivisto al ribasso i programmi di investimento ha prevalso su chi ha investito più del previsto. Bene il mercato del lavoro, l’occupazione è aumentata in misura superiore alla media nazionale: 4,3 per cento a fronte di incrementi pari al 2,5 e all’1,5 per cento rispettivamente nel Mezzogiorno e nella media nazionale. Si è ridotto il tasso di disoccupazione, 14,1 per cento, che però si mantiene più alto della media del Sud (13,3%) e il doppio di quella nazionale (7,2%). I dati emergono dal bollettino di aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia sull’economia in Sicilia, presentato oggi a Palermo.

L’attività delle imprese delle costruzioni è aumentata, sostenuta dalla realizzazione delle opere pubbliche bandite negli anni recenti. Nonostante il rallentamento dei consumi e delle presenze turistiche, l’andamento del terziario si è mantenuto positivo. Nel complesso le aziende con fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che ne hanno subito una riduzione e la redditività è rimasta positiva per la maggior parte delle imprese. Un’attività di investimento ancora contenuta, tassi di interesse su livelli elevati e una maggiore cautela da parte degli intermediari finanziari si sono riflessi in un calo dei prestiti al settore produttivo, soprattutto per le imprese di minori dimensioni e per quelle delle costruzioni.

Il tasso di attività è salito e, in presenza di una riduzione del numero di persone in cerca di occupazione, il tasso di disoccupazione è diminuito. L’espansione dell’occupazione si è riflessa in un incremento del reddito delle famiglie siciliane il cui potere d’acquisto, in una fase di inflazione contenuta, è tornato a salire. I consumi, valutati in termini reali, hanno registrato un’ulteriore decelerazione. La crescita dei finanziamenti alle famiglie ha lievemente rallentato. Come nel 2023, le erogazioni di nuovi mutui si sono ridotte, risentendo del calo delle compravendite immobiliari; il credito al consumo ha invece continuato a crescere a ritmi vivaci.

Secondo i dati dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e del Portale Italia Domani realizzato dal Consiglio dei ministri per il monitoraggio del Pnrr, in Sicilia ad agosto di quest’anno le gare bandite per opere pubbliche finanziate dal Piano erano poco più di 2.000, per 3,9 miliardi di euro, corrispondente al 77 per cento dell’ammontare totale delle gare per interventi in regione. Il restante 23 per cento delle procedure si riferiva a forniture di beni e servizi collegate con il Pnrr.

«Ai Comuni è riconducibile il 40% del numero e quasi il 26% dell’importo dei bandi: poco più del 75 per cento di quest’ultimo è riferibile a gare superiori al milione di euro – si legge nel documento – I bandi pubblicati dalle amministrazioni centrali, riferibili per la quasi totalità a progetti molto grandi, pesano per il 48 per cento dell’ammontare complessivo a livello regionale (più che nella media del Mezzogiorno e italiana). Ad agosto le gare aggiudicate riguardanti opere pubbliche erano pari al 74% del valore complessivamente bandito dal novembre 2021 (circa l’80% per il Mezzogiorno e l’Italia); i tassi di aggiudicazione erano più elevati per i Comuni. «Secondo nostre elaborazioni su dati della Commissione nazionale paritetica per le Casse edili, in regione nello stesso periodo sono stati avviati o conclusi lavori corrispondenti al 41 per cento delle gare aggiudicate un valore inferiore alle aree di confronto», conclude il rapportoCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA