A Catania per il settimo anno consecutivo si è aperto il «business forum» dedicato alle relazioni commerciali tra Sicilia, Italia e Russia con circa 200 aziende accreditate.
L’incontro è stato promosso dall’Associazione «Conoscere Eurasia» con il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Banca Intesa Russia e Intesa Sanpaolo. Si è parlato di aziende, di rapporti commerciali e di turismo.
«Facendo conoscere le aziende che hanno interessi convergenti – ha detto Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione “Conoscere Eurasia” – è il modo migliore per rilanciare i rapporti commerciali tra Italia e Russia. La Russia ha un’economia non di competizione con quella italiana e con quella siciliana, ma sono due economie che si integrano e gli strumenti finanziari li offrono ovviamente le banche. Noi cerchiamo di accompagnare, come banca, quanto più possibile le scelte di investire in Italia e in Russia. Il clima pesante delle sanzioni ha incrinato i rapporti commerciali: è un fatto più psicologico che strutturale. I fondamentali dell’economia russa sono ottimi con forti investimenti in tutte le parti del mondo e l’Europa viene penalizzata proprio da queste sanzioni da parte di Usa e Ue».
I dati parlano chiaro. Complessivamente l’interscambio Sicilia-Russia nel 2014 ha fatto registrare un -22,7% rispetto all’anno precedente, con una perdita di 1,1 miliardi di euro a tutto svantaggio delle importazioni di petrolio e gas, mentre l’export siciliano verso Mosca, al netto del turismo, si è mantenuto quasi stabile (-0,9%).
«Le cifre testimoniano che il volume di affari Russia – Italia è sceso con una perdita da 5 milioni di dollari – ha detto l’Ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov – non è una tragedia, ma una tendenza che ci fa preoccupare. Credo sia opportuno scollegare la situazione di Russia e Italia da quella politica. In questo senso, il sostegno alle piccole e medie imprese è il cuore della cooperazione commerciale tra i due Paesi».
Tra i settori più in regressione quello dei prodotti alimentari e delle bevande (6 milioni di euro, -5,5%) oltre a macchinari e apparecchiature (1,9 milioni, -17,6%), mentre sono in crescita le vendite di sostanze e prodotti chimici (1,7 milioni, +106%) e i metalli di base (2,3 milioni +529%). Perdono il 56% invece i prodotti dell’agricoltura, notevolmente penalizzati dall’embargo della seconda parte dell’anno.
«Il Made in Italy – ha detto il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione – guarda ai nuovi mercati e a quello russo per offrire l’esperienza maturata nel settore dell’agroalimentare. Una sfida che l’Italia ha già vinto con l’organizzazione di Expo e puntando al tema della nutrizione: il Padiglione Italia e il cluster bio mediterraneo sono un esempio. L’eccellenza dell’agroalimentare è indubbiamente un punto di forza per tutto il territorio italiano. La flessione degli scambi commerciali Italia-Russia è un problema che il Governo affronta ripartendo da legami già consolidati e molto forti. Un momento di rilancio a cui il Governo lavora con investimenti nel mondo del lavoro, della ricerca e dell’innovazione».
Per il sindaco di Catania, Enzo Bianco, «ha un significato importante il fatto che Catania ospita per il settimo anno consecutivo il business forum Italo-Russo. Italiani e russi sono due popoli con passioni in comune. Da parte nostra c’è la massima disponibilità per intensificare i rapporti tra questi due paesi. Catania è la porta naturale verso l’Est Europa. Il cedimento maturato dopo le congiunture economiche del passato non può fare altro che incentivare l’interesse degli imprenditori siciliani verso la Russia».