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Sicilia centrale nel Global Gateway dell’Ue e il Ponte diventa indispensabile

Il corridoio globale alternativa alla Via della Seta lanciato dalla Commissione europea per collegare il nostro continente con Africa e Balcani 

Di Michele Guccione |

L’Unione europea va alla guerra commerciale con Usa e Cina per difendersi dalla concorrenza sleale e anche per conquistare fette dei mercati emergenti. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, per sostenere il New Green Deal avviato durante la pandemia ha ora varato il “Green Deal Industrial Plan”, per sostenere la transizione tecnologica, digitale e verde dell’industria europea, in risposta all’“Inflaction Reduction Act” che l’amministrazione Biden finanzia con 390 miliardi di dollari per sostenere l’industria tecnologica americana. Il Piano sarà discusso al prossimo Consiglio europeo del 9 e 10 febbraio.

Ma la vera sfida si giocherà sulla capacità di spedire velocemente le merci in tutto il mondo. La Cina ha realizzato la “Belt & Road Initiative”, la nuova “Via della Seta” che da terra e da mare raggiunge velocemente l’Europa, che è il principale mercato mondiale. Ursula von der Leyen per fare concorrenza a Pechino ha lanciato l’alternativa: il “Global Gateway”, un “corridoio globale” capace di collegare l’Europa al resto del mondo, e questo rimette in pista la centralità della Sicilia nel Mediterraneo e la necessità di costruire al più presto il Ponte sullo Stretto di Messina. Il programma è finanziato con 300 miliardi e von der Leyen sta cercando di convincere Mario Draghi ad assumerne la guida.

Che l’Europa sia in affanno sui trasporti lo dimostra il grafico che pubblichiamo a fianco, elaborato dal Centro studi Srm di Napoli collegato a Intesa Sanpaolo. Dal Canale di Suez entra nel Mediterraneo ogni anno il 12% del traffico marittimo merci mondiale, diretto in Europa, e Srm prevede che quest’anno aumenterà del 3,5-4%, a causa del blocco dei porti cinesi per Covid e del “reshoring”, cioè il trasferimento delle fabbriche occidentali dall’Asia in Turchia, Balcani e Africa per ridurre costi e tempi di trasporto. 

Il grafico evidenzia le rotte percorse dai principali armatori e segnate dai Gps delle navi portacontainer nel 2021, schema confermato nel 2022. Se prima molte navi facevano scalo a Genova, ora il porto ligure è saturo, così come Vado. Dunque, l’unico approdo per il Nord e Centro Europa è rimasto Trieste, anch’esso con problemi di spazi. Gli altri porti italiani non sono collegati all’Alta velocità. Gli altri due scali liberi sono Barcellona e Valencia, ma dalla Spagna raggiungere il Nord Europa è un problema, quindi la maggior parte delle navi è costretta a proseguire fino ad Amburgo, Rotterdam e Duisburg, con aumento di costi e di tempi di consegna.

Il “Global Gateway”, su cui sta lavorando la Commissaria Ue Adina-Ioana Vălean, prevede – come riferiscono gli eurodeputati della Lega Marco Campomenosi e Annalisa Tardino – la realizzazione di nodi logistici intermodali lungo “corridoi” da costruire sulle direttrici “Nord-Sud” verso l’Africa, “Ovest-Est” verso il Vicino Oriente, l’Asia e l’Asean, nonchè un nuovo corridoio “Ten-T” Bari-Balcani. C’è un’ultima direzione, verso l’America Latina. In sostanza, si va alla conquista dell’Asean (Sud-Est asiatico con Cina, Filippine, Giappone e Australia), dello smisurato mercato dell’Africa e dei mercati che oggi si collocano nella sfera della Russia, come India e Brasile. La logica è quella di costruire infrastrutture ed entrare nel capitale dei grandi porti. Su queste direttrici sarà fondamentale fare dell’Italia, attraverso l’Alta velocità, il Ponte sullo Stretto e gli investimenti sui porti siciliani, il naturale corridoio che collegherà l’Europa all’Africa intercettando la maggior parte del traffico merci in transito nel Mediterraneo.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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