Google sfida i colossi dell’e-commerce ed è guerra fra titani. L’onnipresente motore di ricerca darà filo da torcere a grandi come Amazon, Alibaba e e-Bay. Tutti i siti di commercio on line dovranno reinventarsi nuove strategie per non soccombere all’attacco che, secondo le anticipazioni del Wall Street Journal, si appresta a sferrare la multinazionale dell’hi-tech. Google, infatti, sarebbe in procinto di aggiungere una nuova icona da cliccare sulle sue pagine di ricerca per aprire le porte dei suoi shop online. Presto, dunque, accanto ai risultati delle nostre ricerche, apparirà la tendina di pubblicità profilata (grazie ai cookies che permettono alla multinazionale di stipare un’enorme mole di informazioni sulle nostre abitudini, preferenze e consumi e di rivenderle alle aziende) e il pulsante “buy” (compra) che permetterà di procedere direttamente all’acquisto. Insomma, finora gli internauti cercavano un prodotto su Google che, tra i primi risultati della ricerca, rimandava proprio ad Amazon e simili. Prossimamente, Google sarà il primo offerente (anche in partnership con altri), la prima risposta ai bisogni degli smartshopper.
Ma ci sono smartshopper e smartshopper. C’è chi fa acquisti in Rete attratto da prezzi più convenienti e chi invece è attratto dal pezzo unico, ricercato, originale, magari realizzato dalle mani di un artigiano del Belpaese. Ed è a questo target che si rivolge il progetto “The Italian Collection” realizzato da Myriam Altieri e Cristina Ghisolfi per promuovere e difendere il made in Italy, i prodotti della tradizione artigianale dell’Italia.
Theitaliancollection. com è una piattaforma web che propone accessori e capi di abbigliamento rigorosamente realizzati a mano in Italia da maestri artigiani. Il servizio nasce per soddisfare il desiderio di unicità dei consumatori americani a cui vengono proposti prodotti di alto artigianato italiano preventivamente selezionati e hanno anche la possibilità di farsi realizzare prodotti “on demand”, ovvero realizzati ad hoc per il cliente con tempi di attesa che arrivano al massimo alle sei settimane. «Si tratta di una clientela raffinata – spiega Cristina – che cerca il “pezzo unico”, il vero made in Italy, l’alta qualità di materiali e abilità artigiana. Non vogliamo diventare un supermarket ma siamo ben disposti ad aggiungere nuovi “brand”: l’Italia ne è piena. Come però è piena di artigiani improvvisati. Perciò dobbiamo stare attenti, perché per lo sbaglio di uno pagano tutti. Scegliamo artigiani che conoscono il mestiere, danno garanzia di qualità, hanno buon gusto. Insomma: cerchiamo il rigorosamente italiano e il rigorosamente ben fatto».
Le fondatrici non lasciano niente al caso e selezionano in prima persona i prodotti da inserire in vetrina. La garanzia di qualità: l’azienda non paga nessun abbonamento o tassa d’ingresso per esserci. E’ la qualità che paga.