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Se anche l'amarodiventa una maniaIl boom diAmaru Unnimaffissu

Se anche l’amaro diventa una mania. Il boom di Amaru Unnimaffissu

Oltre 20mila bottiglie distribuite solo in Sicilia in diciotto mesi. Strizzando l'occhio al pubblico femminile

Di Redazione |

Una mania, un chiodo fisso. La convinzione inscalfibile di riuscire in qualcosa. Come scoprire una ricetta innovativa che nasce dal mix, mai testato in passato, di sapori noti da sempre. C’è tutta la caparbietà e la perseveranza dei siciliani nell’espressione – forse intraducibile in lingua italiana – “Amaru Unnimaffissu”. E c’è la creatività di un popolo nel nome dato ad un rosolio trasformato in amaro e divenuto in appena un anno di vita un fenomeno virale tra gli appassionati del genere e del #madeinSicily

«Tutto è partito nel 2013 – racconta Massimiliano Siciliano, trentenne amministratore di Beverage Distribution, storica azienda catanese nel settore della Distribuzione e “co-inventore” di Amaru Unnimaffissu -, osservando il panorama dei rosoli tipici siciliani. Ci siamo resi conto di come non esistesse un prodotto che fondesse insieme più ingredienti e, soprattutto, che incarnasse l’essenza del gusto siciliano. Da lì è iniziata la “fissa” per la ricerca e la creazione del prodotto che avevamo in mente. Una ricerca passata per decine di ristoranti, pub ed enoteche e in cui è risultato fondamentale il parere del pubblico femminile».

Dalla scoperta del mix più riuscito – una combinazione inedita di infusi di carruba, fico d’India e succo d’arancia – e dalla sua trasformazione in amaro, nel dicembre 2013, grazie all’aggiunta di gocce di caramello ed erbe aromatiche, l’Amaru Unnimaffissu ha superato la soglia di 20mila bottiglie vendute, accreditandosi, l’anno successivo, tra i fenomeni commerciali del settore. «Siamo molto soddisfatti della risposta del pubblico – ammette Siciliano -. Ma io e i miei collaboratori concordiamo sulla necessità di far “decantare” il periodo di vendite attribuibili all’appeal e al nome del prodotto, per apprezzarne appieno le potenzialità non prima del 2016». Intanto, l’amaro catanese, oggi in vetrina anche sul portale lasiciliastore.it, viaggia alla conquista dell’altra sponda dell’isola e progetta un’entrata in grande stile sul mercato nazionale. 

«Siamo già arrivati a distribuirlo in quasi un migliaio di punti vendita – spiega il manager di Beverage Distribution -. La prossima campagna promozionale, che verrà supportata da uno spot già virale sui principali social network, toccherà le province della Sicilia occidentale. Poi, aspetteremo la prova del nove; la reale recettività del mercato nazionale che ci ha dato un’ottima prima risposta, raccogliendo quasi il dieci per cento delle vendite».

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Di certo, quello raccolto da Amaru Unnimaffissu, può definirsi un successo “#100%siciliano”. «Non potevamo che scegliere materie prime locali – sottolinea ancora Siciliano -. A cominciare dalle carrube che provengono direttamente dal Consorzio di Modica. Lo stesso vale per le arance, come per i fichi d’india, scelti dai nostri esperti nella campagne di Santa Maria di Licodia». E sulle potenzialità del made in Sicily aggiunge: «Il nostro punto di forza è sicuramente la fantasia, l’inventiva. Ma la prima cosa che ho imparato da mio padre su questo settore – dice ancora l’imprenditore – è l’importanza della professionalità. Sia rispetto al confezionamento del prodotto, che in relazione alla percezione che ne ha il cliente. A parità di competenze, poi, la differenza la fa spesso il coraggio di investire su sé stessi. La voglia di trasformare un sogno in un’idea “fissa”».

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