Scontro Ue-Italia: Juncker,non siamo una banda di tecnocrati

Di Redazione / 08 Novembre 2016

Il confronto con l’Europa sulla manovra italiana torna di nuovo ai massimi livelli politici, con un duro botta e risposta avvenuto ieri tra il presidente della Commissione Ue Juncker e il premier Renzi a segnalare una distanza di vedute ancora molto marcata. Juncker se l’è presa con il Governo che accusa “a torto” la Commissione di reiterare l’austerità del passato. Accusa che non lo tocca: “me ne frego in realtà”, commenta il presidente. Juncker anche oggi torna sull’argomento e rimarca che “Non siamo una banda di tecnocrati e di burocrati”, rivendicando la dimensione “politica” della Commissione europea da lui presieduta e sottolineando l’importanza di “guardare la realtà degli Stati membri” nell’interpretazione e applicazione del Patto di stabilità con la necessaria flessibilità, anche se non bisogna “tradire i principi del Patto, che comunque funziona”. Renzi, che ieri aveva ribadito che i soldi per l’edilizia scolastica “li mettiamo fuori dal Patto di stabilità, vogliano o meno i funzionari di Bruxelles”, in un incontro questa mattina con i sindaci nell’Astigiano è tornato a rivendicare il ruolo dell’Italia: “Non possiamo essere il salvadanaio di Paesi che reclamano solidarietà solo quando c’è da prendere e non da dare”. Il ministro dello sviluppo Calenda da parte sua commenta: “Ho sentito il gabinetto Juncker e loro la battuta la riferiscono all’accusa di essere a favore dell’austerita’ e quindi non verso l’Italia, ma resta infelice anzi infelicissima. Quello che mi ha colpito di piu’ rispetto al ‘me ne frego’ e’ che Juncker abbia citato una serie di numeri sul deficit italiano assolutamente sbagliati e un portavoce dice che ha improvvisato, il che lascia qualche preoccupazione”. Nel mezzo, il commissario Moscovici (che invita a “raffreddare” i toni) e il ministro dell’economia Padoan che ieri hanno tentato, in un ennesimo bilaterale dopo l’Eurogruppo, di avvicinare le posizioni prima del giudizio europeo sulla stabilità 2017 in arrivo la prossima settimana. Juncker è infastidito dalle critiche che continua a ricevere da parte italiana, nonostante l’aiuto ottenuto sulla flessibilità: “L’Italia non smette di attaccare la Commissione a torto e questo non produrrà i risultati previsti”, ha detto parlando ai sindacati europei. L’Italia, ha proseguito, “non può più dire, e se lo si vuole dire lo si può fare ma in realtà me ne frego, che le politiche di austerità sarebbero state continuate da questa Commissione come erano state messe in atto in precedenza”. Parole “dirette”, le definisce il commissario Moscovici, incaricato a fine giornata di sminare il terreno su cui si muove il confronto tra Roma e Bruxelles. Parole che hanno già scatenato le critiche del ministro degli esteri Gentiloni, convinto che “certi limiti non vadano oltrepassati”. Ma per Moscovici non c’era alcun intento aggressivo di Juncker, solo una risposta diretta a commenti altrettanto diretti giunti dall’Italia. Per l’Italia, si sottolinea negli ambienti del Mef, le spese per migranti e terremoto sono spazio di bilancio sottratto alla politica economica per cause di forza maggiore o, usando il linguaggio del Patto, per circostanze eccezionali. E’ per questo che l’Italia insiste con Bruxelles per riaverlo indietro. Moscovici segnala però che c’è ancora del lavoro da fare per avvicinare le posizioni, e ricorda che, anche prendendo in considerazione tutta la flessibilità possibile, “ci sono delle regole che vanno rispettate da tutti”.

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