Economia
Saldi, dal 2 gennaio si parte in Sicilia: ecco il “pentalogo” per evitare fregature
L’anno nuovo parte con lo sconto. Tra il 2 ed il 4 gennaio prenderanno il via in tutta Italia i saldi invernali 2019, primo grande appuntamento commerciale del 2020. Valle d’Aosta, Basilicata e Sicilia saranno le prime regioni a partire giovedì 2, mentre nel resto d’Italia le vendite di fine stagione si apriranno sabato 4. Oltre 4 italiani su dieci (il 41%) hanno già programmato di approfittare dei saldi per acquistare uno o più prodotti, per un budget medio previsto di 168 euro a persona. È quanto emerge dall’indagine previsionale sui saldi condotta da SWG per Confesercenti su un campione di 1.200 consumatori.
I consumatori. L’interesse da parte delle famiglie rimane elevata: i saldi invernali si confermano l’evento commerciale più atteso dell’anno, con una percentuale di consumatori decisi ad acquistare superiore di 8 punti a quella dell’ultimo Black Friday. I saldi sono attesi soprattutto nelle regioni del Sud, dove il 46% degli intervistati annuncia di avere intenzione di avvalersi degli sconti di fine stagione per rinnovare il guardaroba. La percentuale si riduce al 41% nelle regioni del Centro e al 38% in quelle del Nord Complessivamente, si registra una lieve riduzione dell’appeal rispetto ai saldi invernali del 2019, che hanno visto la partecipazione del 48% degli italiani. Aumenta invece dal 37 al 41% la quota di consumatori che deciderà se acquistare sul momento, in base alle offerte.
Sul risultato pesa, in primo luogo, un meteo invernale più mite del solito in molte aree di Italia. Ma anche la concorrenza all’evento saldi da parte della bulimia di promozioni prenatalizie e natalizie cui sono stati sottoposti i consumatori, a partire proprio da un Black Friday particolarmente ravvicinato, a meno di un mese dal Natale.
Spesa. La media di 168 euro nasconde una spesa media fortemente polarizzata: il 43% acquisterà per meno di 100 euro, mentre il 47% spenderà tra il 100 ed i 300. Solo il 6% ha previsto una spesa tra i 300 ed i 500 euro, mentre il 4% più di 500 euro. Dove si compra. Nonostante la crescente concorrenza del web, i saldi rimangono un evento legato soprattutto ai negozi fisici, scelti dai consumatori 8 volte su 10: il 33% degli acquisti dei saldi avverrà infatti in una grande catena o presso negozi brandizzati, seguiti da vicino dai negozi indipendenti, cui si rivolgeranno il 28% dei clienti. Il 22% sceglierà infine un outlet, mentre solo il 17%, invece, cercherà l’affare scontato sul web. Cosa si compra. Quest’anno, in cima ai desideri degli italiani ci sono le scarpe: è la spesa prevista dal 47% di chi ha già deciso di comprare. Seguono prodotti di maglieria (45%), capispalla (27%) capi di camiceria (26%), magliette e intimo (entrambi al 22%). Ma c’è anche un 15% in cerca di borse ed un 12% di altri accessori, dalle sciarpe alle cinture.
Interesseranno oltre 15 milioni di famiglie e muoveranno un giro di affari complessiva da 5,1 miliardi di euro, con una spesa media a famiglia di 324 euro, circa 140 euro pro capite: sono questi, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio, i numeri attesi dai saldi invernali che partiranno domani in Basilicata, Sicilia e in Valle d’Aosta e dal 4 gennaio in tutte le altre regioni. Saldi questi che avverranno all’insegna della sostenibilità, come spiega Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, per “acquisti consapevoli dal punto di vista non solo socio-economico, ma anche etico-ambientale”, dice ancora apprezzando per questo “l’introduzione della web digital tax per i colossi del web che vendono in Italia auspicandone una regolamentazione comune da parte della Ue”.
La sostenibilità infatti è la strada per cercare di vincere la sfida con e le vendite on line: “comprare nei negozi di prossimità, quelli che animano le nostre vie, i nostri centri, le nostre città, significa infatti scegliere colori e tendenze dei prodotti di moda, toccare con mano la qualità, provare e trovare le taglie e le misure giuste, il tutto comodamente ‘sotto casà, a prezzi molto competitivi e senza ansie di attese di un corriere o di dover ricorrere a fastidiose procedure di reso. Senza contare che gran parte dei prodotti acquistati online arrivano a destinazione, in strade e città sempre più intasate ed inquinate, con pacchi ed imballaggi che dovranno essere smaltiti”, prosegue Borghi che però sollecita un passo ulteriore a sostengo della rete di negozi che non si fermi alla sia pur importante Web tax. “Serve qualcosa in più a partire dall’attenzione al grido di allarme delle attività che lavorano sulle nostre strade, mantenendole vive con più luce, decoro, sicurezza e relazioni. Comprare nei negozi è certamente più sostenibile dal punto di vista ambientale e decisamente molto più stimolante dal punto di vista relazionale”, conclude. E ricorda alcuni principi base per un corretto acquisto di articoli in saldo. 1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme. In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
E nel pentalogo anche: 2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante. – 3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante. – 4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso. – 5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA