MILANO, 09 APR – L’agenzia di rating Standard &
Poor’s ha tagliato il giudizio sul merito di credito del debito
russo in valuta estera da Cc/c a Sd/Sd, portandolo a livello di
‘default selettivo’, una tacca sopra alla ‘D’ di ‘default’
(insolvenza). Lo si legge in una nota in cui viene indicato che
il taglio segue la decisione di Mosca dello scorso 4 aprile di
effettuare in rubli i pagamenti di cedole e capitale sugli
Eurobond denominati in dollari.
L’Agenzia di rating al momento non prevede che gli
investitori siano in grado di convertire in dollari il pagamento
effettuato in rubli, o che il Governo di Mosca li converta in
valuta estera “entro un periodo di grazia di 30 giorni”. Una
circostanza dovuta anche all’atteso rafforzamento delle sanzioni
contro la Russia nelle prossime settimane, che “ostacolerà la
volontà e la capacità tecnica del Paese di onorare i termini e
le condizioni degli obblighi verso i debitori stranieri”.
Al momento S&P non è in grado di sapere se i fondi trasferiti
dal governo russo per i pagamenti del debito sulle obbligazioni
in valuta locale (Ofz) ai conti nazionali russi possano non
essere accessibili per alcuni o per tutti gli obbligazionisti
non residenti, dunque non ha informazioni definitive sul
processo di pagamento. Da qui la decisione di “abbassare il
rating ‘unsolicited’ (non sollecitato, ndr) solo per il debito
in valuta estera, mentre restano a livello Cc/c i giudizi non
sollecitati per gli emittenti in valuta locale, che sono però in
fase di revisione (CreditWatch) con implicazioni negative.
S&P ricorda inoltre di aver proceduto con il ritiro dei i
propri rating non sollecitati sulla Russia, a seguito della
decisione Ue del 15 marzo di vietare la fornitura di rating a
persone giuridiche, entità o organismi stabiliti nel Paese, per
rispettare la scadenza del prossimo 15 aprile fissata dall’Ue.