Reddito di cittadinanza, quasi 200 mila gli assegni in Sicilia

Di Redazione / 22 Ottobre 2019

All’8 ottobre 1,5 milioni di nuclei hanno presentato una domanda di reddito/pensione di cittadinanza all’Inps: 982 mila sono state accolte, 126 mila sono in lavorazione e 415 mila sono state respinte o cancellate. E’ quanto emerge dall’Osservatorio statistico sul reddito/pensione di cittadinanza diffuso oggi dall’Inps e che si basano sulle domande trasmesse all’Istituto dai Caf, dai Patronati e dalle Poste Italiane.

Dall’istituzione del beneficio risultano 982 mila nuclei le cui domande sono state accolte; di questi, 39 mila sono decaduti dal diritto. I 943 mila nuclei restanti sono costituiti per 825 mila da percettori di Reddito di Cittadinanza, con 2,2 milioni di persone coinvolte, e per 118 mila da percettori di Pensione di Cittadinanza, con 134 mila persone coinvolte. La percentuale di composizione tra le due prestazioni erogate varia in virtù della zona geografica: i nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza passano dal 90% nelle regioni del Sud e delle Isole, all’85% nelle regioni del Centro per poi diminuire ulteriormente di due punti percentuali nelle regioni del Nord.

I nuclei percettori si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 61% del totale delle prestazioni erogate, seguono le regioni del Nord con il 24% ed infine quelle del Centro con il 15%. A fronte di 943 mila nuclei percettori sono state coinvolte 2,3 milioni di persone, di cui 1,5 milioni nelle regioni del Sud e nelle Isole, 493 mila nelle regioni del Nord e 315 mila in quelle del Centro. La regione con il maggior numero di nuclei percettori di Reddito/Pensione di Cittadinanza è la Campania (19% delle prestazioni erogate), seguita dalla Sicilia (17%), dal Lazio e dalla Puglia (9%); nelle quattro regioni citate risiede il 54% dei nuclei beneficiari.

Ad oggi risulta che 39 mila nuclei, di cui 36 mila beneficiari di Reddito di Cittadinanza e 3 mila di Pensione di Cittadinanza, hanno perso il diritto al beneficio. I motivi di decadenza sono: rinuncia del beneficiario (5% dei nuclei), variazione della situazione reddituale del nucleo (10%), variazione della composizione del nucleo ad eccezione di nascita e morte (37%) e infine variazione congiunta della composizione e della situazione economica del nucleo (48%).  

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