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Reddito di cittadinanza e quota 100: tutti i numeri, ecco quanto spetta

Di Alessia Tagliacozzo |

ROMA – Dopo un difficile confronto all’interno della maggioranza gialloverde sulle misure simbolo del contratto di Governo, il decreto che introduce il Reddito di cittadinanza e la cosiddetta Quota 100 per l’accesso alla pensione anticipata è pronto e entro domani dovrebbe vedere la versione definitiva per essere approvato poi durante la settimana: a partire da aprile si potrà andare in pensione se si sono raggiunti a fine 2018 almeno 62 anni di età e 38 di contributi e nello stesso mese chi è in condizione di povertà potrà chiedere il Reddito di cittadinanza firmando un patto per il lavoro che impone l’impegno alla formazione, alla ricerca attiva del lavoro e all’accettazione di offerte di lavoro congrue.

Il Governo stima una spesa per i 9 mesi del 2019 (da aprile) di 6,11 miliardi di euro per una platea di 1.375.000 famiglie (4,34 milioni di persone). Per un intero anno il costo è di 8,14 miliardi. Il reddito potrà essere chiesto anche dagli stranieri purchè in possesso del permesso di lungo soggiorno e residenti in Italia da almeno 10 anni. Tra le novità gli anticipi attraverso le banche del trattamento di fine rapporto per i dipendenti della P.a, la pace contributiva. Finisce inoltre il governo monocratico per Inps e Inail con il ritorno di un cda a 5.

Ecco in sintesi i punti principali delle due misure secondo l’ultima bozza del provvedimento.

REDDITO CITTADINANZA, PLATEA E SPESA: la platea riguarda 1.375.000 famiglie, 259.000 delle quali di stranieri (altre 62.000 sono escluse per mancanza di permesso di lungo soggiorno) con una spesa attesa per 9 mesi di 6,11 miliardi (8,14 in un anno). Il 27% dei nuclei è composta da single (387.000), per 1,64 miliardi annui mentre per le famiglie numerose (oltre 5 componenti si spendono in un anno 1,4 miliardi).

CHI PUO’ CHIEDERLO: cittadini italiani o stranieri con permesso di lungo soggiorno da almeno 10 anni. Si deve avere un Isee inferiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui se single con una scala di equivalenza che può raggiungere al massimo il 2,1. In pratica con una famiglia di sei persone con quattro minori non si prende il Rdc se si ha un reddito superiore a 1.050 euro al mese.

QUANTO SI PRENDE: il beneficio economico non può superare i 6.000 euro l’anno per un single che non ha alcun reddito incrementato a 9.360 se si è in affitto. Il beneficio costituisce integrazione del reddito fino a quella cifra.I prelievi di contanti dalla carta apposita non potranno superare i 100 euro al mese.

REQUISITI: il beneficiario del reddito di cittadinanza dovrà essere in possesso della cittadinanza italiana «o di paesi facenti parte dell’Unione europea, ovvero suo familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero proveniente da paesi che hanno sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale, ovvero cittadino di paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo». Dovrà anche essere residente in Italia «in via continuativa da almeno 10 anni».

Quanto ai requisiti reddituali e patrimoniali il nucleo famigliare deve avere come detto un reddito Isee inferiore a 9.360 euro. Potrà comunque essere intestatario della prima casa e potrà avere anche una seconda casa purché la rendita catastale non superi la soglia di 30.000 euro. Infatti il suo patrimonio immobiliare «diverso dalla casa di abitazione» non deve essere «superiore ad una soglia di 30.000 euro».

Quanto al «patrimonio mobiliare» non deve essere superiore a 6.000 euro accresciuta di euro 2.000 per ogni componente il nucleo familiare fino a un massimo di 10.000 euro, incrementato di ulteriori 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo. Questi massimali sono aumentati di 5.000 euro per ogni figlio con disabilità.

Inoltre nessun componente della famiglia deve essere intestatario di un’auto acquistata sei mesi prima della richiesta di Rdc. E comunque non potrà avere un autoveicolo di cilindrata superiore a 1.600 c.c. o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 c.c. immatricolati nei due anni antecedenti la richiesta. Sono fatti salvi autoveicoli e motoveicoli per persone con disabilità. 

PATTO PER IL LAVORO: il Rdc viene erogato per 18 mesi e può essere rinnovato dopo la sospensione di un mese. Il beneficiario deve firmare un patto per il lavoro e accettare una di tre proposte di lavoro congrue. Dopo 18 mesi è obbligato ad accettare un’offerta su tutto il territorio nazionale (a meno che nel nucleo non ci siano minori o disabili). Per il 2019 è prevista anche l’erogazione dell’assegno di ricollocazione.

PENSIONE DI CITTADINANZA: andrà a nuclei familiari composti esclusivamente da persone che hanno più di 65 anni in condizione di povertà con un reddito familiare inferiore a 7.560 euro annui. Anche per la pensione di cittadinanza il beneficio sarà integrativo rispetto ai redditi che ha la famiglia.

PENSIONE CON QUOTA 100: per il triennio 2019-2021 si potrà andare in pensione anticipata con 62 anni di età e almeno 38 di contributi. La cosiddetta Quota 100 non è cumulabile fino al raggiungimento del requisito di vecchiaia con i redditi da lavoro a meno che non sia autonomo occasionale entro i 5.000 euro annui. La decorrenza è di tre mesi per i lavoratori privati e di sei mesi per i pubblici. E’ previsto un preavviso per i pubblici alle amministrazioni di almeno sei mesi.

PENSIONE ANTICIPATA CON 42 ANNI E 10 MESI, CON FINESTRE; Si potrà andare in pensione indipendentemente dall’età con 43 anni e 1 mese di contributi se uomo e 42 anni e 1 mese se donna. Viene bloccato l’aumento di cinque mesi dei requisiti scattato il primo gennaio 2019 ma si introducono le finestre di tre mesi. Di fatto quindi il vantaggio è di due mesi.

PACE CONTRIBUTIVA: Per il triennio 2019-21 si potranno riscattare in tutto o in parte i periodi non coperti da contribuzione per i quali non sussista obbligo contributivo (come ad esempio il congedo parentale facoltativo, ndr), fino a 5 anni. Sarà possibile solo per chi è interamente nel sistema contributivo.

TFS DOPO ANNI PER PUBBLICI, C’E’POSSIBILITA’ PRESTITO Ai dipendenti pubblici che andranno in pensione con quota 100 o in pensionamento anticipato, il trattamento di fine rapporto verrà corrisposto «al momento in cui il soggetto avrebbe maturato il diritto alla corresponsione. Le pubbliche amministrazioni stipulano apposite convenzioni con le banche per l’erogazione anticipata nei quali siano preventivamente fissati i limiti dei tassi di interesse.

ATTUAZIONE:  Per la piena attuazione del decreto «è autorizzata una spesa di 50 milioni di euro per l’assunzione di personale da assegnare alle strutture dell’Inps». In un altro comma il decreto prevede anche uno stanziamento di 20 milioni a valere sul fondo del reddito di cittadinanza «per permettere ai beneficiari di presentare la domanda attraverso l’assistenza dei Caf convenzionati con l’Inps». Per la figura del navigator la bozza prevede una spesa nel limite di 250 milioni nel 2019-2020 per la «contrattualizzazione di professionalità necessarie ad organizzare l’avvio del reddito di cittadinanza, con il compito di seguire personalmente il beneficiario nella ricerca del lavoro, nella formazione e nel reinserimento professionale». La bozza di decreto legge su reddito cittadinanza e quota 100 autorizza l’Anpal ad assumere entro i limiti di 1 milione di euro il personale già in forza presso i centri con contratti di lavoro a tempo determinato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA